ti ascolto

Come sempre...


...... come sempre decidi tutto tu... quattordici anni si trasformano in una cartella dattiloscritta stampata su un blog. Intanto avresti potuto almeno avere la delicatezza di non nominarlo... "lui" ... quello che "ti fa star bene"... quello che "da". ... Ho sempre odiato questa tua sensazione che tutto il mio tempo speso per il lavoro fosse... tempo libero. Come se volare quattordici ore senza scalo fosse divertente, fare e disfare le valige, vivere con tutti i prodotti personali in buste pronte per essere insaccate, sempre pronto a partire da un momento all'altro. Certo che al rientro a casa non ero pronto per seguire le tue straordinarie energie. Ho sempre amato la tua capacità di organizzare, scovare ogni sorta di piacevole impegno: mostre, cene con amici, una prova dello spettacolo di una nuova compagnia teatrale... mi è dispiaciuto rifiutare spesso. Io amavo la nostra casa più di qualunque altra cosa al mondo. Il mio desiderio unico era quello di leggere sul divano, restare abbracciati, sentirti trottare per casa. Guardarti sotto la doccia... Dio quanto mi mancavi. Non me ne facevo un cazzo di alberghi a cinque stelle e di un letto gelido e vuoto... Non sai quante notti in quel letto mi sono accarezzato solo, immaginando di essere con te. Questo è quello che tu chiami "dimenticare"... dimenticare... come fosse possibile....