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tra la pioggia e il sereno


urca quanto è dura, mi ero fatto un un bel programmino; passeggiatona sulla spiaggia, ricco aperitivo (al posto del pranzo), altra mega camminata insieme ai miei pensieri ... e invece il tempo inclemente ha cambiato i miei programmi, mi ritrovo a casa in tuta si ma senza molta voglia di sfruttarla, le 2 televisioni accese e il pc che mi dice " sono qui che fai mi lasci solo? ". se inizio a parlare col PC è meglio che mi ricovero, ho iniziato "ANGELI E DEMONI" che voglio finire prima di vedere il film, so già che il film non reggerà il confronto col libro e forse non lo vedrò se non alla tele fra un paio d'anni. altro? una di quelle giornate di festa che ti colgono impreparato, ecco perchè non bisogna programmare niente, in questo stato si deve improvvisare, adottare la spontaneità come filo conduttore, ma per me è dura , per deformazione professionale programmo le attività di un'azienda, spese, clienti, personale, produzioni, appuntamenti, come si fà a dare un colpo di spugna e a cambiare modo di vivere la sera? staccare completamente? forse è il caso che cambio lavoro ma di questi tempi un dirigente quasi 50enne l'unica cosa che può fare è andare a dirigere un albergo o un villaggio turistico all'estero, li devi essere comunque pronto ad interpretare i desideri degli ospiti che diventano il tuo lavoro principale, gestire le cucine, gli addetti alle camere, le lavanderie sono accessori, importanti ma accessori, e poi potrei regalare una bella vacanza alle mie ragazze che anche se in vacanza starebbero vicino a me..... ecco che mi manca quella passeggiata in spiaggia era un pretesto per stare vicino a loro, vederle sorridere come da bambine sulle biciclette o con i pattini, guardale trotterellare in mezzo ai sassi e tirarli nell'acqua e correre da me ( da noi) per paura del cane sciolto che gli correva incontro. mi tornano in mente e provo tenerezza per quei loro gesti spontanei, non c'è paura nei loro occhi, non ci sono perchè ne quando e quando ci saranno speri di esserci per aiutarle a rispondere, a dipanare la matassa che nel frattempo si è ingarbugliata, speri che te lo permettano, che trasformino il tuo cambiargli i pannolini e portarle a scuola in un altro modo di supportarle. speri di nuovo di accasciarti distrutto dopo una festa di compleanno con le orecchie che ti ronzano ancora delle grida loro e delle amiche con il gatto che riappare impaurito da dove si era nascosto, c'è un tempo in cui si crea un buco che inghiotte queste sensazioni, non esiste un modo per modificarle gradualmente, come dei bruchi che diventano farfallle , prima proteggi e coccoli il bruco poi cerchi di proteggere e coccolare la farfalla che sai però non essere più nel bozzolo, deve comunque svolazzare in giro e noniesci a starle dietro, devi lasciarla svolazzare libera, e speri che la gioia di allora sulla spiaggia si riaffacci nel vederla sbattere le ali ammirata del mondo che sta visitando, scoprendo, assaggiando. Deve essere cosi, altrimenti è lunga aspettare gli occhietti vispi dei nipotini, sempre che ce ne siano e che noi ne possiamo godere, nel frattempo viaggi sulla lama di un rasoio cercando di non far loro mancare niente di facilitargli la rottura del bozzolo anche se sai che poi voleranno fuori e ripasseranno vicino a te ogni tanto sempre piu belle e sempre piu grandi e piene di sensazioni loro, chissà se ti si poseranno sulla mano a riposare e a riflettere, a mettere ordine in tutte quei pensieri che il mondo ha generato nelle loro testoline?  comunque sia i bozzoli si devono schiudere come i boccioli dei fiori per lasciare nel mondo il loro profumo ed i loro colori, a noi il privilegio di annusarli, di farci colorare le pupille nella coscienza di aver contribuito a questa meravigliosa e infinita rinascita.   to, tra un pensiero e l'altro è uscito davvero un po di sole e mi è spuntato un sorriso ebete sulla faccia, meglio se esco e me lo tiro via va.