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dalle 7 della sera


sei arrivata in questa casa a sera inoltrata e sei ripartita alle 3 e mezza del giorno dopo, hai assaporato la notte fresca e il risveglio del mattino, non hai gustato però questo inizio di serata o finale di pomeriggio, con il profumo della giornata trascorsa, gli odori che la terra restituisce a chi l'ha trattata bene e amata, da ragazzo era il momento del vero risveglio, dalle 7 della sera si era attivi, scaltri, tutte le cellule pulsavano e scambiavano con quello che le circondava messaggi e risposte, ci si preparava al grande salto liberi dai vincoli del giorno e della fatica psichica di seguire regole dettate da altri, dal tempo, eccolo il richiamo della foresta che foresta non era, eccola la sensazione possibilista e onnipotente, ci pervadeva allora e ci accarezza ora, mitigata dai filtri delle tante volte in cui ci siamo affidati a lei, oggi affiora un canto diverso, una musica matura con note di violino e tamburi africani, di trombe della luisiana e chitarre celtiche, un'armonia dettata dai respiri della terra che respira dopo aver ansimato affannata, parrebbe una dichiarazione d'amore alla vita che si perpetua e forse lo è, con gli sguardi che cercano il sonoro e le orecchie che percepiscono i movimenti , con la lingua e il palato che assaporano gusti della memoria e i polpastrelli che accarezzano i vapori di una taverna antica. Che grande rimescolio di piaceri può pervaderci mentre la luce del giorno fà l'amore con la luna che nasce, mentre la penombra maliziosa ti attira nei portoni semi aperti della tua memoria. Non c'è bisogno di esserci per esserci , c'è solo bisogno di averne bisogno.