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Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle […]. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […] Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.
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Ho detto a S. che andavo via con B. & co. a Barcellona. Ancora. Mi dice che è la terza volta quest'anno.
B. aveva voglia di fare un viaggio con me, ha chiamato i suoi amici e si parte in 4. Offerta super da 40 euro A/R.
Ma la vera ragione che mi spinge ad andare ancora laggiù è sepolta in qualche angolo di un ricordo di primavera.
Flashback.
Finalmente eravamo riusciti a incontrarci io e J. Un anno dopo la mia buca per colpa di un aereo mancato.
E' marzo. Mi aspetta sotto il B&B. M. mi ha lasciato il pomeriggio libero, tornerà a momenti nella stanza che dividiamo.
Scendo e J. è bello come me l'aspettavo. Andiamo di sopra. Gli offro un caffè. Parla inglese veloce. Timidezza devastante.
Guarda gli arredi, lo abbraccio da dietro e rimango fulminato. Calore e umidità della palestra, della lunga camminata. Ha i capelli morbidi.
Le labbra sottili e morbide. La lingua morbida. I denti piccoli e bianchi. I dorsali muscolosi, il ventre morbido.
Virilmente si rivela un naufragio. Mi lascio trasportare da altre sensazioni ed M. bussa alla porta interrompendo l'attimo.
Ci lasciamo sulla rambla, ognuno preso dai propri impegni per la cena. Non ci rivedremo fino all'estate.
In tutti questi mesi ho semrpe cercato di evitare il ricordo, di parlarne con chiunque. Per S. siamo amici da un po'.
Ed è vero. Parliamo poco. Gli accenno al mio ritorno, è vago e non risponde ai messaggi.
Nelle ultime settimane sembrava entusiasta, si sarebbe tenuto libero per il week end, che per me avrebbe sempre trovato il tempo x vedermi.
Sabato pomeriggio al cardio palma. L'arrivo, il giro con gli amici. Io che muoio dalla voglia di riabbracciarlo.
Fissiamo un mezzo appuntamento dopo cena, sono distratto tutto il giorno. Ho poco appetito.
Comincia la movida. Ci spostiamo da un bar all'altro. Il coca e rum prende il posto della cerveza attinta dalla cassa comune. L'ansia fa da barriera all'alcol che sembra evapori nel fumo dei locali.
Fingo di divertirmi, mi guardo intorno e ho paura. Delle minacce ricevute, dei due picche mollati. L'ho fatta grossa con questi qui. Con M. che la promette e non la da. Io che sono solidale. E tutti che ci odiano.
AL BF c'è la marocchina. Mi stringo a B. e gli chiedo di non perdermi di vista. Quella mi ammazza dopo la storia col suo R.
Voglio da bere, sposto i ragazzi dall'altra parte del banco, ma non saluto nemmeno W., la mia serata finisce lì.
Accanto a me c'è J. Mi sorride, non mi aspettavo che l'attesa finisse.
Mi prensenta ai suoi amici. La tensione è alta. La mia mano sulla sua schiena. E' asciutta. E' timido.
Seguo poco i discorsi. Il suo amico che vive a Miami, mi parla in italiano.
Presento anche B & co. che si tengono alla larga. Il primo bacio è imbarazzante. Sento il tradimento x S. e non ci sono abituato.
Lo stringo un po' a me. Lo annuso forte. Ci raccontiamo dei viaggi, del lavoro, non seguo nulla.
Mi tiene la mano, gli accarezzo le dita morbide e sottili. Il mio doc.
Mi chiede se anche questa volte divido la camera. Intanto la cumpa ha deciso di ritornare. Io non mi stacco. Gli chiedo se ha voglia di andare a ballare al M. ma preferisce di no.
Ci facciamo un po' di coccole. Fingo che il coca e rum sia solo coca e gli cedo la bottiglietta a metà.
Attaccati al muro ce ne stiamo un po' x conto nostro. La notte scorre. Non guardo l'orologio da un secolo. Ho paura che chiuda tutto.
Non si decide a dirmi di andare via. E' l'unica chance per recuperare ciò che non c'è stato a Marzo e lo sa.
Mi aggrappo alla situazione. Gli sussurro all'orecchio che vorrei vederlo dormire. Battuta ben assestata. Dice andiamo via.
Scopro di essere ubriaco da far schifo. Barcollo. Avrò un odore terribile. Forse lui non ha nemmeno bevuto.
Prendiamo un taxi e il tassista è + concio di me. Lo sento parlare in spagnolo. E' sempre timido con tutti. Rido e scuoto la testa e non capisco nulla di ciò che si dicono.
Capisco solo le indicazioni che gli dà x portarci a casa.
Prima di salire mi dice che manca da un mese, che la ragazza delle pulizie è latitante. Figurati gli dico. Lo dico anche io sempre, ma questa volta non è un convenevole.
Panni, valigie, letti sfatti, accappatoi. Il divano rosso, il pc acceso, il quadro africano. Come nei ricordi via cam. Lo aiuto a rifare il futon.
La camicia sulla scrivania, scarpe e bermuda ai piedi del letto. Ci amiamo con delirio.
Non può essere passione. Raccolgo tutto a piene mani. Ho voglia di baciarlo e non stancarmi mai.
Ci respiriamo uno dentro l'altro, la testa gira di CO2, lo vedo dolce e bimbo senza occhialini.
Lascio che mi baci il collo, mi fido e non lascia segni. Ho l'imbarazzo del suo sesso atipico per i miei gusti.
Ignoro i suoi umori, faccio il possibile per quanto sia possibile. E' lento e lungo. IO schizzerei ovunque.
Si tormenta i capezzoli, lo aiuto. Devo assumere un ruolo. Cerco di penetrarlo. O non mi ricordo come si fa.
Impazzisco quando sento lo sfintere cedermi contro il pollice. Il suo calore.
Ho paura di fargli male. Ho il condom e il popper da qualche parte. Dovrei decidere ancora. Aspetto che sia lui a prendere il necessaire.
Non conduco. Al suo fianco l'assecondo e si rovescia tutto addosso.
Ho un black-out. Gli respiro contro. Non credo si alzi per pulirsi. Forse ci addormentiamo.
Mi dice qualcosa in spagnolo nel dormiveglia, poi traduce se ho voglia di dormire.
Dormiamo nudi, vicini, forse abbracciati. E' dolce e silenzioso.
Quando mi sveglio c'è luce nella stanza, versi di uccelli e pappagalli nel cortile, orologi e campane di cui non decifro le ore.
Forse le 8. Mi do il tormento. Mi chiedo cosa ci faccia lì. Penso a S. Ai ragazzi che non voglio sappiano che ho dormito fuori.
Ho freddo nudo su quel letto. Mi stringo a lui, lo bacio, lo sveglio, riprendiamo a far l'amore. Devo avere un aspetto orribile.
E' su di me. Gli massaggio la schiena, la contrattura dei lombi. Gli graffio la schiena dolcemente, come la notte appena passata, che gli regala brividi e sorride.
Lo adoro. L'amplesso non prende alcuna piega e sono annoiato. Mi dedico poco alla sua erezione. Lascio che goda della mia sufficiente x entrambi.
Mi chiede dove ho voglia di andare/venire. Non capisco e gli chiedo che ora sia. Ridiamo. Mi vengo addosso, mentre gli sospiro in gola.
Lascio che non tocchi e vado scalzo al bagno devastato per ripulirmi.
Quando torno è sdraiato pancia sotto. Lo cavalvco, gli lecco la schiena. Fin giù. E il collo.
Si rigira e mi cavalca lui. Giochiamo con i suoi capezzoli. Stringe le labbra a filo. Quando sta per venire con un sorriso malizioso lascia partire un lungo getto che mi ricopre il pelo.
Ride e mi dice che sono sporco di nuovo. Vado ancora a ripulirmi. Lui si rimette a dormire.
Sono quasi le 9 e 30. Devo scappare. Gli bacio la fronte. I should go. Mormora un ok. Prometto che troverò la strada da solo.
Mentre mi rivesto, spazzolo i bermuda blu sporchi di polvere. In sala le sue foto. Il viaggio in africa. I bimbi dicolore, il suo camice bianco.
Mi stringe il cuore, gli mando un bacio e mi faccio luce sulle scale buie con il display del telefono.
Alle 10 di mattina la città è ancora vuota. I disperati del sabato sera che tornano a dormire. Decido di mollare i taxi e rientro in silenzio in camera, giusto il tempo per una doccia e far finta che nulla sia accaduto.
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Years on the run
Boy I know I can take it
And now that I'm here
I know you can't stand the waiting, boy
Lets say no more games
No messing with the mind
Always room for change
Let's give it one more try
(Come on lets give it a try)
I got my bags packed baby and i'm ready to go
Look at my eyes rock steady and I promise you more
I got My heart back baby and it's skipping a beat
I got my ass in check, checkin' out, I'm ready to feel
It's all good to go
I'm right here for the taking
(oooh ticky ticky ticky)
Don't cross the line
I'll promise you no fakin', boy
(no no no no)
Its all understood
No messing with the rules
(the rules, the rules)
If I let you go
Boy I will be a fool
(What kind of girl wants to be a fool?)
Tell me why we act so stupid, the games we're playing (oooh)
If life is the rule then we're heading towards the same thing
You are not worthless with love instead of the fighting (oooh)
Let's get together forever with no more hiding
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Inviato da: alexisdg10
il 30/07/2007 alle 19:06
Inviato da: alexisdg10
il 06/03/2007 alle 16:14