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I cattolici, a pieno titolo «soci fondatori» d?Italia


Vorrei dunque rileggere il contributo dei cattolici che, a giusto titolo, si sentono «soci fondatori» di questo Paese, alla luce delle sfide che siamo chiamati ad affrontare, per consentire a ciascuno di sentirsi parte di un «noi» capace in ogni tempo di superare interessi particolaristici, e di sprigionare energie insospettate e slanci di generosità.L'Italia «prima» dell'ItaliaCogliere il contributo cristiano rispetto al destino del nostro Paese richiede una lettura della storia scevra da pregiudizi e seriamente documentata, lontana dunque tanto da conformismi quanto da revisionismi. È qui sufficiente accennare che al fondo di tali vicende vi era anche la principale preoccupazione della Chiesa di garantire la piena libertà e l'indipendenza del Pontefice, necessarie per l'esercizio del suo supremo ministero apostolico, e più in generale di scongiurare un «assoggettamento» della Chiesa allo Stato.L'anniversario che ci apprestiamo a celebrare è, dunque, rilevante non tanto «perché l'Italia sia un'invenzione di quel momento, ossia del 1861, ma perché in quel momento, per una serie di combinazioni, veniva a compiersi anche politicamente una nazione che da un punto di vista geografico, linguistico, religioso, culturale e artistico era già da secoli in cammino» (cfr. Ed è il rispetto e la promozione di questa dignità che costituisce il nucleo dinamico e orientativo del «bene comune», scopo di ogni vero Stato. E alla definizione teorica, nonché alla realizzazione pratica del bene comune, il contributo dei cattolici non è stato certamente modesto.Com'è noto, il Concilio Vaticano II definisce il bene comune come «l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente» (Gaudium et Spes, 26). E da questo humus di base, che innerva i rapporti nei mondi vitali â€' famiglia, lavoro, tempo libero, fragilità, cittadinanza â€' che nasce quella realtà di volontariato cattolico e laico che fa respirare in grande e che è condizione di ogni sforzo comune, e di operosa speranza.La Chiesa educa per il bene dell'ItaliaDi questo modo di pensare, accanto alla famiglia â€' incomparabile matrice dell'umano - la società intera è frutto, cattedra e palestra. Fonte: http://www.avvenire.it/Dossier/CEI/Prolusioni/prolusione+150+italia_201012030801347330000.htm