L'altra campana

SAN ZON E DALILA


78.     Il Picchiatello spezza le catene;raccolta una mascella di somaro,ne ammazza mille; scappa e se ne vienein California. Qua trova riparoin un bordello. Le fetenti ienechiudono la città. Quel genio raroscardina i due battenti del bastionee se li porta via, per distrazione.                                                          79.      Lo attese la sconfitta in Arizona,dove bruciò la poca massa grigianel letto caldo d’una cavallona.“Perché sei tanto forte?” fa la gigia.Dalila notte e giorno l’ossessiona,mentre in agguato ben nascosti pigiaguerrieri filistei. E lui, faceto:“Non mi sanno legare, ecco il segreto”.                                                       80.     Bill le insegna a legarlo e lei lo legain mille modi; quando però strilla“Ecco le guardie”, il bischero la fregaspezzando tutto. Dalila l’assillache il vero amore nessun velo impiega.Finché il segreto un giorno glielo spilla:l’intonso crine. “Il tuo cotale adoro”,pensa, “non quanto il tintinnio dell’oro”. Poi andò a Gaza, dove entrò da una meretrice. Quelli di Gaza, avvisati, chiusero le porte della città... Ma Sansone divelse i battenti e gli stipiti e li portò in spalla in cima al monte di Hebron... Nella valle di Sorek Sansone s’innamorò di una donna di nome Dalila. Ma i principi dei Filistei la convinsero... E Dalila chiese a Sansone: “Svelami, ti prego, dove risiede la tua grande forza” ... “Se mi si legasse con sette corde fresche...” C’era gente in agguato, da lei, in un interno. E come ella diceva egli spezzava le corde... “Mi hai beffata...” E insistendo ella... le aperse il cuore: “Il rasoio non è mai passato sulla mia testa, essendo io nazireo. Se fossi tosato, la mia forza svanirebbe”