L'altra campana

SOMA SEMA


44.     Fior di verbena,ti porti via con sé la tramontanae nuova vita avrai dalla tua pena.     Arriva ai degni la rivelazione(guai se il profano l’abbia udita o vista)che, per portare a pochi redenzione,Dio stesso è diventato masochista:d’un suo Figlio in olocaustoper noi fausto lui si sazia,profumato sacrificioe artificio della Grazia.     Sei salvo. Lascia il corpo! Soma sema:corpo è tomba, in cui l’anima s’inuma.E libero il tuo spirito s’impenna,magari con l’aiuto d’una canna.     Pasqua pagana. Albeggia. Di buonorail prete annuncia: “La salvezza spunta.Ai figli del Mistero infine l’oradell’esultanza dal patire è giunta”.Balla! Tocca! Bevi un vinoch’è il divino sangue sparso!Ed invocalo in sumero,ch’è straniero (e in lingue è scarso)! Anche tra i cristiani vigeva allora la disciplina dell’arcano, che consigliava a non salutarsi nemmeno, per strada (Clemente Alessandrino, Stromati I,1).Il sacerdote di Iside mi affidò al solito bagno... Poi m’ingiunse di mortificare per dieci giorni i piaceri del cibo... Allontanati quindi i profani e rivestitomi d’un panno di lino nuovo, mi guidò per mano nel recesso del santuario... Il resto è ineffabile... Sappi solo che giunsi sulla soglia della morte e ne tornai (Apuleio, L’asino d’oro XI,23) ... Poi, snervati dalla forzata lamentazione, accendono un lume; allora il prete unge la gola di quanti piangevano e sussurra lentamente: Tharreite, mystai tou sesosmenou – estai gar emin ek ponon soteria (Firmico 22,1).