L'altra campana

UNO DEI TANTI


47.     Viventi cristi,tante salvezze ha il mondo che vi bastieleggere i fanatici sui mesti.     Che c’era mai di nuovo nel mio cristo?Né il titolo suo sacro o del suo Pietro;né un sintomo celeste ebbi intravisto,né lo ravviso mo guardando indietro.E se vivo fu in quel raggiopersonaggio temerario,miscelato in un miscuglioora è intruglio ad uso vario.     A parte che in cenobi precristianivivevano da tempo i santi Esseni,non argina più i dionisi una digae il dirsi al dio discepolo già appaga.     E il solo Cristo autentico beccai?Cazzo, che mira! Tralasciando pureche non io la condanna pronunciai,chi riconobbe in lui le due nature?Buona parte di Giudiaun messia ancora aspetta,dopo che ne mandò tanti,furbi o santi, alla toletta. Gli Esseni in particolare hanno fama di praticare la santità. Ebrei di razza... respingono i piaceri come un male... Dispregiatori delle ricchezze... non comprano né vendono... Al postulante impongono un anno di noviziato... e giuramenti terribili... Dopo Dio, hanno in grande venerazione l’autore della Regola... E’ ben salda tra loro la convinzione che i corpi sono corruttibili e caduca la loro materia, mentre le anime permangono per sempre... e solo liberate dai vincoli della carne, come affrancate da lunga schiavitù, gioiscono e s’innalzano al mondo celeste... A quelle malvage supplizi eterni... Raro che le loro predizioni falliscano... (Giuseppe Flavio, Guerra GiudaicaII,119-159)