L'altra campana

POLITICA E RELIGIONE


50.     Festa d’Erode:al cristo re che in terra il Regno schiudeil ghetto accende un lume per le strade.     Messia è dire l’Unto (Cristo in greco)e l’attributo fu dei re giudei:con gli Erodiani per coperchio sbiecotu, patrio messianismo, pur ci sei.Ma un gesù più spesso adottamo la frotta degli arresiper il grande re che attende;e lo vende ai Palestesi.     Sì, al dio di gloria pure batte un cuore.E ridurrà Salem ad un bracierequando la ribellione antiromanauscirà dalla mena clandestina.     Stessa forse la rabbia disperatache fa abbracciare un cristo crocifissoe ne fa la Parola decretataper sprofondare il mondo nell’abisso.E ogni cristo cristi scorseche precorsero e dipintiche già affrescano le Chiesevilipese d’altri vinti. Herodis venere dies... Ecco la festa d’Erode, in cui l’infame giudeo fa fumare la lucerna (Persio, Sat.V,180). Benché la stessa suburra romana festeggiasse il giorno d’Erode, i Vangeli ignorano volutamente il fermento politico giudeo, per occultare i Messia politici confluiti nel mito cristiano. Maldestramente però Matteo, confessando così quando e da chi fu scritto il primo Vangelo, mette in bocca a Gesù il ricordo di Zaccaria di Barac, ucciso tra il santuario e l’altare (Matteo 23,35) dando per un personaggio biblico lo zelota ucciso in tal modo durante l’assedio di Gerusalemme, come riferisce Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica IV,29), quarant’anni dopo la morte di Cristo. Nel 36 fu invece crocifisso Giovanni di Gamala re dei Giudei. Nel 70 fu preso Giovanni di Giscala e tradotto in catene a Roma prima di essere esiliato a Patmos (Cascioli).