L'altra campana

IL NAZARENO


Dopo la panoramica sulla cultura del tempo, siamo arrivati con Pilato al Gesù dei Vangeli e quindi a riprendere la loro lettura critica...51.     Tra il profetume,di Nazareno avrà più tardi il nomecolui che adesso tanti ne riassume.     Lui chiede: “In me la gente cosa vede?”E i suoi: “Non vede in te un qualunque tizio,ma un mago o un santo o forse Elia ti crede,il cui ritorno annuncerà il Giudizio...”Ma se a dirlo il cristo attesoPietro, acceso, si scatena,lui trattiene il suo galoppo:“Corri troppo. Frena, frena!”     Trovi logico tu che si nascondaproprio il Rivelatore che Dio manda?Il nume che redima l’uomo reolasciando dietro sé l’orma del dio     lo dovrebbe vantare, il suo lignaggio,e mostrare il divino che in sé reca,debellando la remora e l’oltraggio,invece di giocarci a moscaciecadietro formule e pozioni,suggestioni e allegorie,con cui stimola ogni arcanonel pagano fantasie. Cammin facendo, Gesù domandava ai suoi discepoli: “Chi sono io, secondo la gente?” Ed essi: “Chi dice Giovanni il Battista, chi Elia,chi un profeta” ... Pietro aggiunse: “Tu sei il Cristo”. Ma egli vietò severamente di dirlo (Marco 8,27; Matteo 16,12; Luca 9,18). Anche per Porfirio Gesù era un santo e con tutti i santi è salito al cielo (Agostino, De Civ. 19, 23); come tra i Manoscritti del Mar Morto il Commento ad Abacuc invitava tutti gli dei ad adorare Dio Padre e traduceva la parola idoli del Deuteronomio con angeli di Dio. Ma perfino un teosofo lamentava che si coltivasse il Vero con l’esaltare la fantasia per mezzo di tenebre, pozioni, carmi e formule (Giamblico, De Mysteriis III).