L'altra campana

UOMO E DIOFIGLIO


60.    Mai, né per sbaglioné per virtù un pascià denudò il figlioe divise tra i nudi il portafoglio.     E il Figlio non contesta il dio geloso,ma servi più munifici gli rende:“A Cesare il tributo è doveroso,e alla chiesa canoniche prebende.Se un centesimo le donala barbona, è il suo tesoro...”Che in omaggio a Dei e divise ne privi è il suo ristoro.     L’essere il Figlio dalle tasse esenteporta che paghi tu doppio contante;ché a dirsi figlio a Dio nessuno aspiraper ribaltare poi la sua vettura.     E se qualcuno un poco di coraggiotrovasse per uscire dalla fossa,a dissuaderlo, assieme al laico saggio,trova ogni bonzo che un vangelo indossa:prona al Padre il divo vuolela sua prole; e il Verbo sboccasolamente dal mestiereche al Potere dà una bocca. Erodiani e farisei mandavano a chiedergli: “E’ lecito pagare il tributo a Cesare? E doveroso?” ... “Di chi è l’effige e l’incisione sulla moneta?... Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” (Marco12,11; Matteo 22,15; Luca 20,20) ... Seduto davanti alla cassa delle offerte, guardava come la gente vi gettava il denaro... una povera vedova due spiccioli: “...Più di tutti. Perché gli altri hanno messo il superfluo, lei il necessario” (Marco 12,41; Luca 21,1) ... “Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio” ... “I figli del re sono esenti; ma per evitare lo scandalo... paga per me e per te” (Matteo 17,24).