L'altra campana

REDENZIONE ARCANA


62.     Pochezza umanapur sa che non l’astrologo cagionagli oroscopi che legge nella luna.     Mai saprà cosa a noi produsse il numeda vivo vagabondo. O mo sepolto.Salvo incarnare, tanto la riassume,la sindrome del male che ci ha colto.Non un Padre, ch’era nostroe già mostro, a lui dobbiamo;né il settario amor fraterno,né l’inferno o il dio d’Abramo.     Portò salvezza se guarì tre infermilasciandone ogni dì mille deformi?O spregiando i ginnasi e le palestrepur di ridurre le ginocchia lustre?     Attesa e fede dà per cose nuove.Ma la rinuncia è già filosofia.Al giusto e al gaio manco fissa un dove.Ed il miracolare del messianessun virus ha sconfitto,ma il profitto dà agli umanid’affidare ad astri e a numigrandi ed umili domani... Gli astrologhi fanno dipendere dal movimento degli astri il nostro intimo essere... e affidano il cosiddetto Destino alle divinità che dovrebbero liberarne (Giamblico, cit). La palestra è la bottega del diavolo per Tertulliano che oppone alla stolta sapienza delle scuole la dotta ignoranza del fideismo (De Spectaculis 18) …La gente del luogo gli menava tutti gl’infermi…e quanti riuscivano a toccargli una frangia erano sanati (Matteo 14,35). Eppure nessuno afferma che abbia debellato una sola malattia… “Regina del cielo, sia tu Cerere nutrice…o sia tu Venere Celeste… o la sorella di Febo che molce le partorienti… o la Proserpina che dà il brivido degli ululati notturni… quale che sia il nome o il rito o l’aspetto in cui è lecito invocarti, assistimi…” E mi apparve… (Apuleio, L’asino d’oro XI, 2-6).