L'altra campana

LA TERAPIA DELL'ESORCISMO


63.     Sta nel racconto,non nel sanare, il fine del portento:è la reclame a far l’azienda e il santo.     Ed ha il gesù uno staff dipropaganda,ad aprirgli la strada dei villaggi;allievi senza paga né vivanda, ma armati di rimedi e di messaggi.Perdonare il tuo Sempronio e al demonio dar lo sfrattoè laggiù il medicinalea ogni male più che adatto.     Ché il male, Mosè insegna, è dal peccato;pertanto l’ammalato è un posseduto.Dal demonio il teurgo lo separae la vita ti rende sana e pura.     Infatti a furia di cacciar demoniper professione torme di esorcisti,di posseduti sboccano i cantoni;e pare che moltiplichino i cristi,con i fatti prodigiosi,la nevrosi e le sue trame,se a stravolgere le massenon bastasse già la fame. Gli spiriti immondi, nel vederlo, gli si gettavano ai piedi gridando: “Tu sei il figlio di Dio”. Ma egli li ammoniva che non lo rivelassero. Quindi salì su un monte; e chiamati a sé quelli che volle e che lo seguirono, ne costituì dodici per assisterlo e per mandarli ad annunciarlo, con il potere di scacciare i demoni (Marco 3, 11-15) ... “Non andate ai Gentili e nelle città samaritane” (è la variazione giudaista di Matteo 10) ... Dopo questi fatti il Signore designò altri settanta discepoli, che inviò a coppie avanti a sé per ogni città e luogo in cui stava per recarsi (è invece l’aggiunta a beneficio delle Sette Genti in Luca 10).