L'altra campana

LA FORMULA ARCANA


64.     E’ come un giuoco:tu dammi un’espressione in turco anticoed in prodigio io te la traduco.     Chi sa parole magiche straniere,in voga in riti antichi e più evoluti,prestandole al gesù farà riaverela vita ai morti e la parola ai muti:“Talithà cumì (su, bimbo)!”E dal limbo torna Ausonio.“Effathà (stura l’orecchia)!”E si svecchia il comprendonio.     La formula misterica, che ancoraè bella ed efficace per la cura,soffonde inoltre il fatto di mistero;e il mistero dà credito e riparo.     La disciplina dell’arcano giovaal magico gesù; che in tali modipuò rivelarsi e rifiutar la prova,in un perverso gioco a fede e frodi:“Belzebù, non dir chi sono...Taci! E’ dono della fede”.E così non sarà degnod’alcun segno chi lo chiede. Sia della disciplina dell’arcano che di formule magiche risente particolarmente Marco... Lo spirito immondo si mise a gridare: “Che c’entri tu con noi, Gesù Nazareno? Vieni a rovinarci. Sì,so che sei il santo di Dio”. Ma Gesù lo sgridò: “Taci ed esci da quell’uomo”... Non permetteva ai demoni di parlare perché lo conoscevano... Ammonito severamente il lebbroso, lo rimandò dicendo: “Guardati dal rivelarlo ad alcuno”... Le disse: “Talithà cumì”, che si traduce: alzati, bimba! E la figlia di Giairo si alzò... Al sordomuto della Decapoli disse: “Effathà”, che vuol dire: Apriti! E gli si aprirono gli orecchi... (Marco 1,23; 1,34; 1,43; 5,21; 7,31)