L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)


AUTUNNO      Gliel’ho detto, ai miei ulivi, data la confidenza che c’è fra di noi, ma con un tono involontariamente contrariato che li ha mortificati.     Dico:“Ragazzi, vedete bene che l’estate è finita. Quello che non si vede, però, sono i vostri frutti. Eppure anche quest’anno vi ho prestato tutte le cure come gl ialtri anni…”     “Lo sappiamo e te ne siamo grati”, hanno risposto. “Sappiamo che questo uliveto non esisterebbe senza i tuoi lavori di sterramento e di terrazzamento che hanno indotto i tuoi compaesani a chiamarlo Il Colle dell’Avvocato… Ti chiamano così da quando studiavi Legge all’Università. Non è vero? Sappiamo anche questo…”     “Sì, ma non divaghiamo! Che cosa vi succede?”     “La verità è che non ci abbiamo capito niente. Tu dici che è finita l’estate, quindi dovremmo essere ancora in autunno, come di fatto sembra…”     “Ancora? Diciamo  Quasi in autunno”.     “Il fatto è che dall’autunno scorso noi non abbiamo riconosciuto altre stagioni. Abbiamo aspettato a lungo l’inverno per farci una bella dormita, Niente. Appena appisolati per la grande stanchezza, abbiamo creduto di svegliarci a primavera; e invece era ancora autunno; sicché soltanto qualche ramoscello temerario ha cacciato un po’ di fiori. Ora dici che è finita l’estate; ma noi abbiamo vissuto un autunno continuo. Così, dobbiamo confessarlo, abbiamo perso l’anno”.     “Già! Come gli studenti bocciati”.     “Il tuo rimprovero è giusto, ma la colpa non è tutta nostra. Perfino i rovi, come vedi, hanno esitato a cacciare le more. Devi restituirci le stagioni, se vuoi il tuo raccolto”.     “Magari potessi! Se fosse per me non ci sarebbero effetti serra e buchi nell’ozono…”     “Allora diglielo, tu che puoi, a quelli che fanno sti buchi… L’acqua e l’aria servono anche a noi; non sono beni privatizzabili. Digli che la natura rivuole le sue stagioni, se voi volete i vostri raccolti…”     Cosa rispondere? Ho chiesto scusa, come uomo, per la follia degli uomini che stanno distruggendo il loro pianeta.