L'altra campana

IL CANE IN CHIESA


78.     Ma il dado è tratto.Nel nome Gesucristo ormai costrettodal suo seguace, che un gesù ne ha fatto,     d’un ciuco entra in città sul mite dorso,come il messia atteso dai nativi; e il seguito distende sul percorsomantelli e fiori e pàlmiti d’ulivi.Son respinti fuori porta,coda corta e musi tristi,da un’apatica freddezzatroppo avvezza ai falsi cristi.     Anche il gesù BarAbba è quivi giuntoa far la Pasqua ed a sortir l’eventoche, al contrario dell’altro, alla sua follarestituisce l’uomo e il divo annulla.     E come quando il villico s’inurbacon la chiassosa spocchia del noviziol’indifferenza urbana non lo turba, benché non trovi che in suburbio ospizio,nella Casa di suo Padrecon le squadre entrò BarAbba,contro femmine e mercantischiamazzanti in turpe sabba. Giunti a Gerusalemme... trovarono l’asinello... sul quale montò Gesù. Molti stesero i mantelli per la via, altri verzure della campagna; e precedendolo o seguendolo gridavano osanna... Dentro Gerusalemme, nel tempio, si guardò intorno; ma essendo già tardi, uscì verso Betania coi Dodici. L’indomani... rientrarono in Gerusalemme e Gesù, venuto al tempio, si mise a cacciare ambulanti e bancarellai, rovesciando tavoli e sedie... E a sera uscirono dalla città (Marco 11, 1-19; Luca 19; Matteo 21 che anticipa al primo giorno lo scontro con i mercanti. Giovanni 2,13-ss lo pone agli esordi.Ma il contesto lascia capire che a seguito di quel tumulto col morto fu arrestato BarAbba).