L'altra campana

LA LETTERATURA APOCALITTICA


82.     Speranza ebrea,a che ti servirebbe più un messia,se non per affondare la galea?     Esdra, Sedrac, Enoc e Salomone,Dodici Patriarchi, la Sibillaed altri suggerirono al campionel’annuncio della fine, il diesilla;ed in questo tempo miol’uso pio che descrissianche un’Eva redivivafa che scriva apocalissi.     Che firmare cazzate a noto nomeè ormai la verità che ci redime,mo che il sogno di chi non ha speranzaè d’una catastrofica impotenza.     Identico lo schema: Elia ritorna(“Ma io vi dico: già tornò tra i suoi”);però il demonio l’Anticristo sforna,che uccide il santo e resta ucciso poi.Il sacrilego supplizioil Giudizio così aziona…L’uditorio si domandi:butta i bandi o è lui in persona? Rivelazione per antonomasia (tale il titolo dell’Apocalisse cristiana e tale il significato) era la fine del mondo, predicata come imminente. Al primo secolo avanti Cristo appartengono i principali testi della Letteratura Apocalittica ebraica, copiosissima (Libro di Enoc, Testamento dei XII Patriarchi, Salmi di Salomone) come gli Oracoli Sibillini. Contemporanei di Cristo o di poco posteriori L’Assunzione di Mosè, L’Ascensione d’Isaia, I Segreti di Enoc e le Apocalissi di Mosè, di Adamo ed Eva, di Esdra, di Sedrac, di Baruc, d’Isacco...Ma sono solo i testi più noti del tempo. E ne seguirono altri.“…Io vi dico che Elia è già tornato”  (Marco 9,12).