L'altra campana

IL GOLGOTA


E siamo arrivati con Pilato a vedere come anche una persona reale può essere subito trasformata in mito.                                                          91.    Ultima sera.Adesso sì, fa’ il dio, ché questa è l’ora,per il ladrone che al tuo fianco spira!    “Verrò nel regno tuo?” “Ci sarai presto”.Su un palo messo là tra le collinedel Golgota, il profeta usciva mestoe il dio dolente subentrava alfine.Che per lui taluno vival’uomo schiva? “Per te è morto”,quasi che tu l’abbia spinto,canta avvinto il beccamorto.    Si sa che la cagione del misfattoè sempre un interesse che c’è sotto;ma fu sempre la febbre religiosaa trasformare il crimine in impresa.    Là, in lontananza, poche femminellevenute appresso a lui dal suo paese;attorno preti, gonzi e sentinellea dileggiare certe sue pretese:disperato umano schernoall’Eterno e all’uomo rio,perché l’uno o l’altro mostrise nei nostri ormoni è Dio. Era l’ora terza. L’iscrizione motivante la condanna recava: Re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni a fianco. I passanti lo insultavano e scotendo il capo esclamavano: “Tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,salva te stesso! Scendi dalla croce!” E così capi sacerdoti e scribi... perfino quelli crocifissi con lui. Sul mezzogiorno si fece buio sulla terra... Ad osservare da lungi c’erano anche donne (diverse per ognuno; solo in Giovanni la madre) che per servirlo l’avevano seguito dalla Galilea (Marco 15,26-ss; Matteo 27; Giovanni 19; Luca 23 che è il solo a dare la pennellata del “buon ladrone”... “Ricordati di me, entrando nel tuo regno”).