L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)


CRISI ECONOMICA E CRISI DEL SISTEMA     Ne parleremo da dilettanti, ma bisogna parlarne, visto che la cosiddetta “crisi economica” ci tocca pesantemente. Purché non ci si impantani con i nostri politici (ma sarebbe più appropriato chiamarli politicanti) in discorsi di manovre e interventi che incentivino la crescita e la ripresa produttiva. Cazzate e piccoli opportunismi.     Tutta la nostra economia è cresciuta sul dogma della sempre maggiore produttività; e quindi della competitività volta a garantirla (ma a danno di altri) e dello sfruttamento delle risorse energetiche e materiali. Ma lo stesso Keynes, alla cui scuola l’economia moderna ha imparato i concetti di sviluppo e di crescita economica e che avvertiva però fortemente l’esigenza di svolgere le analisi in termini macroeconomici (domanda collettiva, reddito nazionale, occupazione mondiale, ruolo dello Stato,eccetera), guarderebbe con senso di smarrrimento allo scenario da brividi che oggi si prospetta, quello di una stagnazione secolare dell’economia; tale che la speculazione abbandona il sistema economico per rifugiarsi nel sistema finanziario, salvezza dei furbi, non certo dell’economia.     Da dilettante dell’economia io ho sempre pensato che le teorie della crescita e dello sviluppo, che hanno americanizzato ormai l’intero pianeta, sarebbero valide soltanto in un pianeta le cui risorse fossero illimitate. Non sul pianeta Terra, quindi. Alla cui sopravvivenza non giovano pertanto le manovre di avvantaggiamento di questa o quella realtà locale, ma una revisione radicale del sistema mondiale dell’economia, che punti non più allo sfruttamento selvaggio del pianeta, ma alla gestione economica delle sue risorse, economica nel senso più casareccio del termine.     Ma io non sono un economista, sono un sognatore, lo so.