L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)


Ermes     Mercurio per i Romani, Ermes per i Greci,non è soltanto il padre dell’ermetismo, ma il dio degli oratori, dei commercianti e dei ladri, qualità apparentemente distanti tra loro, ma tutte legate alla prima, che era quella di messaggero degli Dei.     Il portatore di messaggi divini doveva essere capito soltanto dagli importanti destinatari e quindi doveva usare un linguaggio tanto ricco quanto… ermetico. Quanto al commercio, si sa che a fare il commercio sono la ciarla e la pratica dell’ambulante e nel commercio è il furto a fare il guadagno. Ecco quindi come tutte le prerogative del dio si leghino alla prima e fondamentale: la furbizia, che è anzitutto capacità di dire e nascondere quanto basta. Il che significa che il culto della furbizia non è una prerogativa italica, ma ha origini molto più antiche e più nobili. Tanto da meritare ad Ermes anche il titolo e l’incarico di psicopompo, ossia di accompagnatore delle anime per i meandri dell’aldilà.     E’ così che anche la sua creatura, l’ermetismo, si associa alla ciarla e al furto; di chi parla per non dire nulla lucrandovi sopra e quel poco che dice lo ruba. “Libri ex libris fiunt” diceva il mio prof di latino e greco: i libri nascono dai libri. E ancora: “Sa soltanto il Cielo cui sunt libri et cui sunt liberi, di chi sono i libri e di chi sono i figli. Era un cinico come Mercurio.