L'altra campana

L'ORA DELLO SPIRITO SANTO


8.     Non rise il Padre. E si rivolse ai dueUguali non da uguale, tra lo sdegnoe il gioco, ma piuttosto sulle sue.“Il mio futuro sta in gesù e madonnespuri e tra le paretid’un Club dei Testimoni di Sionne?”E il Fuoco: “Oh sì, lo so che è mio l’impegno,come ispiravo un tempo i tuoi profeti,d’illuminare l’artedel teste estratto a sorte”.Lo Spirito, coltissimo e faceto, tanto estroverso quanto permissivo,Parà in casa, tra amici Para-cleto,entrò da dio Futuro nel discorso.“Dunque per i paesiva’”, disse il Padre, “ e vedi che soccorsopuoi dare alla Dozzina del tuo divoGesù, che lascerebbe là non mesima secoli il dispersogregge in attesa d’un gesù diverso”.     “Divo a me?” fa il Cristo, acerbo.“Beh, sei quasi un serafino”,fa Diopadre al Figlio Verbo:“Sì, direi quasi divino”.“Quasi? Allora, voglio i legni”.“Tieni i legni”. E lui vi monta.Javè duro: “Sai che contapure quella più di te, la tua croce? E miei son segnie prodigi, o mio bebè”.     Sapeva un cornocosa significa esser figli a un padreterno?Forse per questoFiglio dell’Uomo si chiamò da gesucristo.     “Noi non siamo dio come sei tu, Padre?” interruppefiero il Paraclito. Javè allertò le truppe:“Manco sei persona; non esisti, tu, che solo nel Padre o nel Figliuolo”.Fu il silenzio, scettico il Parà, Gesù col muso.“Nemmeno l’uomo rivelai”, pensò nel chiusodel suo cuore il Figlio: “Non sa Dio, dal proprio nembo,quanto in un bimbobruciano le lacrime cocenti come braci,quelle che le nutricidall’alta loro vacuità vedono sciocche”.“Dio è sapienza”. Il Padre legge nelle brocche:     “Se saziasti il mio bisognodi conoscere il dolore,non ripago solo il cognoche ti spetta, ma un onorea te rendo e all’altro Cosoche non resi, lo proclamo,né a Michele né ad Abramo”. Il Diofiglio sussultò.Ed il Vento: “Spiritoso!”nel sussurro commentò. Iddio che già parlò… ai Padri tramite i profeti, in questi giorni, che sono gli ultimi,ha parlato a noi tramite il Figlio… Irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, che sostiene tutto con la potenza del suo logos, compiuta la purificazione, egli si assise alla destra della Maestà nell’alto dei cieli…Egli promulgò la salvezza, confermata dai testimoni e garantita da Dio stesso con i segni miracolosi… Né agli angeli Dio assoggettò il futuro… ma a quel Gesù che, fatto di poco inferiore agli angeli, vediamo coronato di gloria e d’onore nella morte che ha subito… Dio rese perfetto, col patire, il capo guida di molti figli alla salvezza…e non disdegna di chiamare fratelli santificatore e santificati… (Epistola agli Ebrei 1-2 non paolina come vuole l’intestazione apocrifa ma alessandrina, credo; nega la divinità al Figlio e una entità distinta allo Spirito Santo)