L'altra campana

LA PENTECOSTE


11.     Sono trascorse sette settimaneda Pasqua. A Gebus è la Pentecoste,il giorno in cui l’ebreo esborsa panee vino, sette agnelli, una vitellae due castrati a Dioo a chi il suo verbo sempre gli scodella.E mentre la Dozzina a chiuse imposte,con la Madre, i fratelli e qualche zio,dall’Alto implora il bandoche ponga fine al mondo,questa volta dal Cielo giunge il dono:trema la catapecchia, come scossada un turbine senz’aria e senza suono;e dalle crepe aperte nel soffittolingue come di fuocosgocciolano ciascuna su un coscritto,ai santi penetrando nelle ossa.Pregna non è Maria; ma come in gioco(non c’è chi le distingua)van tutti todescando in altra lingua.     Esce in strada la canizza.Ma a Salem la fede è poca:“Baccanali ancora attizzanei burini vino o coca”.E’ il vernacolo comiziodi san Pietro che persuade:“Fu predetto ciò che accadeda Sibilla e da Noè:sono annunci del Giudizioprofetismi ed evoè.     Già udì Gioeleparlare in cimbrico il Giudizio Universalee il motto arcanosignificare quanto il Giudice è vicino”.     Dice: “E mo stringete quelle chiappe deicide!E’ il Nazareno crocifisso che si assidecome accusatore: o ti converti o ti rifilaa Satana”. Tremila,subito tremila ne battezza in una volta.E tutti, quindi, a todescar con aria colta;fin a che il Ladrone (Saulo il nome del soggetto),visto il casottoche nell’occasione trasformava il luogo santoin laico parlamento:“Il poliglotta sia tradotto”, imporrà brusco,“o parli solo con Javè, che sa l’etrusco”.     Però il Vento lo erudisce:“Non c’è al mondo chi non veda:meno il volgo ti capisce,più stupisce ed è tua preda.Ci sarà alle sante squadrechi il mistero poi traducae in un inno lo riduca…”“Oh, quell’inno esiste già:Vogliam Dio ch’è nostro padre,vogliam Dio ch’è nostro scià”. Sulla vertenza Paolo – Poliglotti Vedi più avanti in I Corinzi …La sera della Pentecoste si trovavano riuniti al solito posto. Venne d’improvviso un rombo dal cielo… e lingue come di fuoco si dividevano posandosi su ciascuno di loro. Pieni di Spirito Santo, cominciarono a parlare in altre lingue… Stupiti e perplessi, alcuni si chiedevano: “Che significa ciò?” Altri li schernivano:“Sono pieni di mosto”. Allora Pietro, levatosi con gli altri Undici… “Non è ubriachezza; ma è accaduto quanto predisse il profeta Gioele (?): negli ultimi giorni, dice il Signore, effonderò il mio spirito su ognuno; e figli e figlie profeteranno… Gesù Nazareno… che inchiodaste al legno… Dio l’ha resuscitato… e costituito signore” … “Che possiamo fare?” … “Pentitevi e fatevi battezzare” …  tremila ne furono battezzati quel giorno… (Atti 2, 1-41)