L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)


NATALE CON I TUOI     Delle origini pagane del Natale ho già scritto tanto che non mi attarderò a ricordare come il 25 dicembre fosse, prima di Cristo, la festa di Mitra, di Dusares e di vari Dionisi dolenti. E già da allora credo che tutti si sentissero per un giorno più buoni, o almeno più in pace con i parenti; per cui si dice “Natale con i tuoi”. Ma non per tutti è così.     Non lo è per i due marò di cui si sono tanto occupati i media e le autorità da farne un caso politico, impedendo così agli Indiani di trattarlo come un caso umano. Non che io creda che essi abbiano ammazzato due pescatori scambiati per pirati “sparando in aria” come dicono; ma l’ora del cretino può passare a tutti e quindi, purché si smetta di trattarli da eroi, un po’ di umanità non guasterebbe.     Non è così, inoltre, per qualche milione di persone alle prese con il problema di arrivare a fine mese. E non è così per me, che con i miei e con gli altri ci sto tutto l’anno; e che pertanto continuerò a leggere per voi la Bibbia così come sta scritta e non come la recita il catechismo; non cioè (per intenderci) come Benigni legge i comandamenti (che delusione!), espungendone, come gli impone appunto il catechismo, dieci su cento e facendogli dire quello che si vorrebbe che dicessero, anziché quello che dicono e che ho abbondantemente illustrato in precedenza. Non sarò simpatico come lui, ma non me ne frega niente: il mio Natale si chiama verità.     Auguri, comunque, di salute e serenità a tutti gli amici e ai chierici che continuano a leggermi di nascosto.