L'altra campana

LA MAZZA DI PAPA GIACOMONE


28.     “A Dodici Tribù la mia parola.Che né comoda fede senza impegnodona al bastardo che Gesù ci arruola,né conclama il rabbì lesto di lingua.La boria dei maestribrucia le chiese e il fanatismo impingua.La santità nei fatti lascia il segno;né fatti chiede Dio da circhi equestri,ma pace, fratellanza,purezza, riverenza;e fede, sì, ma in opere di fede.Invece, ahimè, sembra di guerre e litiimpastata una Chiesa che pur crede.Concupiscenza chiama tu il batterioche genera ogni male;virtù il contrario:uccidi il desiderio.Dell’esser poi passivamente mitiil patire operando assai più vale.Né il diavolo è più piosolo perché lui pure crede in Dio.     Aver fede e non far nullaè guardare nello specchioun’immagine citrulla.Né ti turbi, caro vecchio,non veder tra i nostri il ricco.Ché, se i cenci il Cielo elesse,ciò non nega le promesse,ma ci strappa a una cittàdel benessere che a piccocon il vizio colerà.     Non c’è allegrezzanell’opulenza, che le fregole più attizza.Letizia arcanasono le lacrime; e il patire è la fortuna”.     Come vero papa chiuse Giacomo il conclave,che Pietro e Gianni mandò fuori dalla naveed a quel paese il Gobbo ladro e ciarlatano:non parli che al pagano.Povero ma fiero, il socialismo giudaitaqua vinse. E perse con la storia la partita…“Anime infedeli, amar la terra è odiare il Cielo.Lacrime, duolo,opere di bene e nudità, perché ci assolvail Cielo e faccia salval’anima nostra, condannata la carcassaalla  malora ed all’inferno chi la ingrassa.     Già la Corte sta in assiseed emessa è la condanna:pene eterne a chi derisee spregiò la tua capanna.Giù la testa! Il mondo chiude.Chi sta placido salmeggi,chi non rosica traccheggie chi soffre abbozzi un po’.Starà fresco chi s’illudedi cacar come mangiò”.  Giacomo servo di Dio e del Signore Gesucristo alle Dodici Tribù disperse nel mondo (quindi ai soli Ebrei), salute. Considerate perfetta letizia, fratelli miei, il subire ogni sorta di prove… La concupiscenza genera il peccato… Chi ascolta e non si attiva è uno che si specchia… Soccorrete… ché Dio ha scelto i poveri… Che giova dire di aver fede e non operare?… Anche i demoni credono… Si è giustificati in base alle opere, non alla sola fede… Non vi fate tutti maestri… ché anche la lingua è un fuoco… E le opere siano ispirate a mitezza… O gente infedele, non sapete che amare  il mondo è odiare Dio? …Sottomettetevi... Che è mai la vita?… Voi ricchi piangete… E voi pazientate fino alla venuta del Signore… Il giudice è alle porte… Chi soffre preghi e chi gode salmeggi… (Epistola di Giacomo, in chiara polemica con Paolo)