L'altra campana

I DUE CROCIFISSI


30.     “Forse io so dov’è sta Maddalena”.Raggiunto il Cristo evaso dalla destradel Padre camminando di gran lena,a lui s’accompagnava per la stradaaltro punk, raso il crine,alto, le orecchie in su, gli occhi di giada.“Vieni e ti mostrerò quella maestradel mio culto che viene dalle brinedi Magdala, Maria”.“Hai una chiesa tua?Ma chi sei tu?” gli chiese incuriosito.Rispose: “Anch’io son come te discesoda una croce…” “Serapide, ho capito”.“Sì, son colui che prima di te vissile pene e gl’idealidei figli dalla Gloria crocifissi”.Ed ecco un fano con un lume acceso.Davanti a un crocifisso con le alie la testa di ciuco,a fianco una donnina ed un eunuco,     prega e prega un mesto crocchiodi fedeli che dinanzial suo Cristo sta in ginocchio,vi consuma magri pranzibenedetti, vi battezzanuovi adepti e vi discutecome e quando la saluteGesucristo porteràagli eletti e la certezzadella vita che verrà.     Ove si tingadi fregatura quell’attesa troppo lunga,dolce e sicura,ad incuorare è sempre lei, l’anziana suora:     “Tanti,troppi numi di salvezza il dubbio dannoche sia qualunque salvatore un nuovo inganno.Questo non è un mito, o miei fratelli: ve lo giuracolei che rese puralui, con le sue mani e le sue labbra e il suo respiro;il Gesucristo che vivente ancora miroe che vivo al boia consegnò un governatore,per registrarecome un gesù storico, non figlio d’una fiaba,calcò la nostra gleba, dettò il vangelo e sulla croce fu immolatoquando i Giudei li governò Ponzio Pilato”.    Maddalena, che la mortequasi avvolge nelle spire;ed al sogno ch’ebbe in sorteimpedisce di morire… Piange il Punk di gioia accantoalla vera e giusta fededi colei che manco vede,annebbiata, il suo gesù.Mentre mesto leva un canto di speranza il suo gurù. Gli adoratori di Serapide sono cristiani e quelli che sono devoti al dio Serapide chiamano se stessi Vicari di Cristo (Storia Augusta, vita di Saturnino, 8, 2 Adriano). Tra le sue pratiche è documentata fino al II sec d.c. la katoché (la clausura), mentre risultano distrutte sistematicamente tutte le memorie storiche di quello che fu il dio che più di ogni altro venerano i credenti (Tacito), con vari templi anche a Roma (serapei) e con dottrina e culti presi in due secoli dagli altri misteri più antichi, ma anche con la sostituzione graduale della sua effige tradizionale con quella del crocifisso di Pilato. E’ una mia ipotesi; ma  che, oltre ad essere suffragata da vari riferimenti storici, risponde a domande altrimenti prive di una risposta accettabile, sulla sua repentina scomparsa , sulla parallela avanzata del nuovo cristianesimo e sulla sua rapida assimilazione di riti, dottrine e sacramenti misterici.