L'altra campana

LA TRIPLICE APOCOLOCYNTHOSIS


44.     Pochi lo sanno: un giorno in Paradisopervenne, a completare il Sommo Terno,Claudio, l’imperatore; che recisoda Roma e indiato da Nerone,varcò la sacra sogliadopo annose odissee nel pallone.Sgomento a quella vista, il Padreternosbraita: “Chi sei?” “Son Cesare”, gorgoglia:“Il Verbo è la tua Grazia ed io la tua Giustizia…O forse non sei tu l’Onnipotenzache resse i troni e il mio su tutti gli altri?”“Sì… questo sì”, fa Dio con compiacenza:“Ma la giustizia mia l’ha ormai trasfusail Figlio nei Vangeli…”“Non vedo Figli o Verbi, chiedo scusa…”E insinua il divo: “Udii da gnomi scaltriche un ladro abbia rapito e ancora celiil Verbo nella gobba”.Fu allora che Dio trasse per la giubba     prima il punk ai fianchi suoi:“Chi il suo posto lo trascurase lo gioca, prima o poi…”Poi la gobba. Ch’entrò dura:“E costui?” “Son la Giustizia”.“E’ un imbroglio, Dio, sta’ attento!”“Un imbroglio? E’ il fondamentod’ogni umana civiltà…”“Civiltà che si deliziad’ingiustizia e impurità”.         “Ma questo è matto”.“Fa santi il credo, fa colpevoli il Diritto”.Mentre alla croceritorna il Figlio (Maddalena giacque in pace),     Poco blocca il Cesare tra i pali dell’ormeggio:“Tu con la legge vedi il bene e scegli il peggio”.“Sempre?” “Pure il santo, se la grazia non legasse le sue pulsioni basse”.“Quale grazia?” “Quella che me in nicchia e te al comandotrasse tra quelli che imbarcò di contrabbando”.“Orca! E non considera chi è giusto o meno pecca?”“Soltanto caccapotrà fare e male per natura il figlio d’Eva”.“Non ha un’alternativa?Non c’è alcun giusto?” “Anch’egli è cacca, come tutti,senza la grazia”. “O Dio, gli stronzi non li butti?”     “Se io detto norme e patti,dunque, invano io mi sgolo?”fa Diopadre. “No, i misfattitu qualifichi e tu solone sei giudice conforme”.Claudio incalza: “Su che base,se il peccato tutto invase?”“Sulla fede: il dio Javèin un mondo senza normeuno elesse, che credé”. Paolo…apostolo per vocazione… a quanti in Roma sono santi per vocazione… E’ nel Vangelo che si rivela la giustizia… dove è scritto: il giusto vivrà mediante la fede… Poiché gli uomini hanno disprezzato la conoscenza di Dio, egli li ha lasciati in balia di una ragione depravata… colmi di ingiustizie… nemici di Dio… senza misericordia… Sei dunque ingiustificabile, chi che tu sia, uomo che giudichi… I pagani dimostrano che quanto la legge esige è già scritto nei cuori… La legge serve a riconoscere il peccato… Ché tutti hanno peccato, anche i credenti…  ma sono giustificati per la fede, prescindendo  dalle osservanze di legge… Né in virtù della legge (non c’era ancora) fu data ad Abramo e alla sua discendenza la promessa di ereditare il mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede… (Paolo ai Romani 1-4. L’Apocolocynthosis, apoteosi di quella zucca di Claudio, è una satira di Seneca)