L'altra campana

LA FEDE E LA GRAZIA


45.     “Ed io che cazzo ci starei a fare?”Sospira dalla croce il Crocefisso.“Scendi”, fa il Padre. “E’ qui che debbo stare:se uno sgarro del primo nella merdaha impegolato l’uomocon tutti i figli, o tu fai che non perda nessun uomo l’uscita dall’abisso,o appendi un Figlio che non vale un pomo”.“Gesù, tu della graziaportasti la dovizia”,zitto il Padre, garrì l’uomo del credo.“Altri Abrami da sé trarrà dai piantiil tuo Javè”, disse Gesù. E l’aedo:“Trarrà chi creda in te. Grazia è regaloe Dio lo fa alla fede…” “Che a sua volta è un regalo. E beh, sia scialo!”“Questo no! Ché se tutti tu fai santi,sottraendo alla legge le sue prede,poi dimmi, Gesù mio,dove saranno più la grazia e Dio”.     “Finché esistano sui torsideità”, convenne il degnodivo Augusto, a quei discorsi,“e la grazia come segnoche Dio c’è, sarà anche tantala tribù che non ha cristi…Tu però, Signore, assistichi alla legge più ubbidì!La tua legge è sempre santae alla grazia pur si unì:     se mo la fedeè anch’essa un dono, più ne avrà chi meno cade,da un dio ch’è il Giusto”.E come a chiedere sostegno è volto a Cristo.     Fa Gesù:“Un cervello rovesciato è il Ladro folle:non chi fu degno Dio salvò; chi salvo volledegno è della grazia, per costui”. “E noi che abbiamola grazia, orsù, pecchiamo!”Cesare rincara. E lui:“Dio fa che non si possapeccare più”. “Ci castra? Eunuchi, alla riscossa!”gli ribatte il Cesare: “E di questa faticataun Dio s’allietasolo per il gusto sovrumano di far salvealcune sante belveelette a caso e non colui che almeno tentadi meritarla, l’elezione che s’inventa?”     Tace il Cielo. E il Poco sforma:“Grazia a merito si allea?Non è grazia. Santa norma?Santa sì, ma il male crea:il reato c’è per lei,che vietando lo decreta”.“Capovolgiti! Lo vietaperché è male. E schivi o no”.“Come schivi ciò che sei?Da te, fango, fango avrò”. Giustificati dunque per la fede… abbiamo ottenuto, con la fede, di accedere alla grazia… E come per la disubbidienza di uno (Adamo) tutti risultarono peccatori, così per l’ubbidienza di uno (Cristo) risulteremo tutti giusti… Che diremo dunque? Insistiamo a peccare, sì che sovrabbondi la grazia? Assurdo. Perché ormai siamo morti al peccato… Parlo a esperti di legge… Che cosa diremo? Che la legge è peccato? No certo… Ma tolta la legge, il peccato muore… Io sono carnale, schiavo del peccato… e non compio il bene che pure approvo, ma il male che disapprovo… Sono uno sventurato. Chi mi libererà da questo corpo di morte?… Con la mente servo la legge di Dio, con la carne la legge del peccato. Invece cessa la reità per coloro che vivono in Gesù Cristo… liberati così dalla legge che dà il peccato e la morte… (Romani 5-7)