L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)


UNO DI TROPPO     Si è presentato da sé alla marcia parigina contro il terrorismo, senza che nessuno l’avesse invitato, Netanyahu, il preteso rappresentante di tutti gli Ebrei. Non potendolo cacciar via, Hollande ha pensato bene di invitare anche Abu Mazen, il capo del precario stato palestinese (la serva Italia è tra le nazioni che ancora non lo riconoscono). L’ha invitato, Abu Mazen, perché fosse chiaro che non spettava all’ebreo rappresentare le vittime della barbarie, ma alla Francia e al mondo.     Se a quella manifestazione c’era uno di troppo era proprio lui, Netanyahu; perché è stato lui, con le sue stragi di bambini di Gaza, ad armare il terzo folle e il suo spirito di vendetta.     Troppo facile vestirsi da vittima. Difficile riconoscere le proprie responsabilità. E che senso ha condividere una manifestazione senza guardarsi in faccia? Anzi, per non smentirsi, ecco l’israeliano offrire alle quattro vittime ebree del minimarket di Vincennes funerali e sepoltura in quella che per lui (non per tutti loro, credo) è la patria vera di ogni ebreo: Israele. E non è questo un fondamentalismo simile a quello islamico? Erano o no quelle quattro vittime cittadini francesi come le vittime degli altri due terroristi? E se lo erano, come potevano essere concittadini di quelli che hanno privato della loro patria i Palestinesi? In nome di una religione e di una razza… Trucidati da un terrorista di strada e trasformati in bandiera del razzismo da un terrorista di palazzo…     No, lui non doveva esserci.