L'altra campana

LA SALVEZZA DAL SOMMO ARBITRIO


46.     “Tu mi creasti perch’io fossi il male,Dio, che m’imponi quello che non posso?”il Cesare gemé: “Fiele integraleè il deforme. Non tu”. “Sì, io, bamboccio,deformità patiscocome te, ma tal genio v’incartoccioche in gloria me vedrai, non più percossonell’indegna carcassa che subisco”.“Capisco che il tuo statoti dà un delirio acuto:sull’uomo il tuo livore tu riversi,su Dio direttamente non potendo.Ma chi ha grazia, se tutti siamo persi?”“Dio ci predestinò fin dall’inizio(non te, fichino abbietto)e ci immunizza da peccato e vizio”.“Follia”. “Accusi il Cielo? Io lo difendo…”“Tu all’arbitrio divino dài l’aspetto tuo, di rabbioso pazzo.Sono un tiranno anch’io, ma savio, cazzo!”     Donde pende grugna il Figlio.Il dio Padre è lì che scoppia:“Pazzo, ingiusto… il mio cartigliodi virtù chi lo raddoppia?”Vola il Gobbo: “Sommo è Giusto.Sommo arbitrio, Abramo eleggi,Faraone accechi e osteggi,anteponi ad Esaùsuo fratello…” E’ giù l’Augusto:“Gesù mio, pensaci tu!     Vero ignoranteè il presuntuoso che non dubita di niente”.Dio, la Sapienza,di dubbi, invece, ce n’ha adesso in abbondanza.     Sa come un sentiero di giustizia sempre esprimala legge e impegni più di quanto non reprima;ed è quindi preso dal ricordo dei favoridai quali lasciò fuorimasse d’incolpevoli, di gobbe e cancri impostia sgorbi urlanti e a corpi afflitti più composti,dei ruffiani indegni che innalzò, dei dignitosisilenzi occlusi…Mentre in animate discussioni i contendentiumani vanno avanti,il dio che, immenso, non sa fughe né ritorni,vorrebbe perdersi nel novero dei giorni.     Claudio azzarda: “O l’uomo è ammessoa contare anch’egli un poco,o punisca il dio se stesso…”Paolo duro: “Forse al cuocorinfacciare può la tortad’esser brutta?” “Ammiro l’estroche vagheggia un dio maldestroe dell’uomo fa un bignè”.Dalla croce il vento portaun sospiro: “Maddale’!” Ciò che era impossibile alla legge, resa impotente dalla carne, Dio l’ha reso possibile mandando il proprio figlio in una carne simile… E ora che Cristo è in voi il vostro corpo è morto al peccato… Figli di Dio… coeredi di Cristo e partecipi delle sue sofferenze come poi della sua gloria… lo Spirito soccorre la debolezza… e tutto concorre al bene… per i chiamati… Predestinandoli Dio li ha chiamati, chiamandoli li ha giustificati, giustificandoli li ha glorificati…Chi può condannarli?… Sta scritto “Ho amato Giacobbe e odiato Esaù”… Disse a Mosè: “Sarò misericordioso con chi mi pare”… e al faraone: “Ti ho fatto sorgere per mostrare su di te la mia potenza” … Dio perdona o acceca chi vuole… E chi sei tu, per disputare con Dio? O può il vaso criticare chi lo plasmò? … Così dalla fede… i gentili hanno attinto la giustizia… (Romani 8-9)