L'altra campana

IL GIORNO DEL CACCOLA


50.     Venne l’incendio dell’Apocalisse.Più nulla ricordò di tanto atrocela plebe che a quel rogo sopravvisse:sei giorni d’un inferno che dal pianodel Circo si sferravaa divorare i colli e il puzzo umanosepolto nei tuguri e la sua voce.Fra tanta strage un demone guidavaad attizzar l’infernogli eletti per quel giorno.Era il giorno di Dio, che dell’immondoultimo Impero inceneriva il cuore:perisca il seme umano ed il suo mondo!Ben dieci su quattordici quartieriil giorno del Giudizioridusse in fumiganti cimiteri,mirando nei ritorni di furorei templi e i luoghi di piacere e vizio;Nerone alla chitarra,Poco a guidar la tragica gazzarra.    Tolleranza, che non spegnialcun cero a Madri e Cristi,alla cronaca consegnitu, ammutiti i vangelisti,la mancata parusia;né più orrore dai lamentidelle fiaccole viventisuscitato mostri in te,che dall’infima geniacui quel rogo risplendé,     l’orda furentechiamata al Regno dall’Altissimo Mandante.Voci profanel’Alto Mandante riconobbero in Nerone.     Vede il laico scriba come odiosa e deleteriala nuova setta e ne paventa la miseria;morbo chiama il credo che per farli bruciar rittirianima i relitti,servi, disperati, folli, apolidi randagi.E nel timore che quel morbo lo contagi,forse, agl’invasati di Gesù poi nelle penedà compassione;quanta gliene tributa chi sa la loro famad’ostilità al sistema.Tu compatendo, laica  Storia, più li offendidelle torture inferte a causa degl’incendi    dall’istrionico regnante;che a rimuovere il sospettod’esser lui l’Alto Mandantedei fanatici del ghetto,infierisce nei supplizisu nefanda fede e ottusa,la follia dal Dio delusache in deliquio già crollò.Compatendo tu sevizichi al delirio si votò.  Seguì un incendio gigantesco… E ne impedivano i tentativi di estinzione le minacce e l’aperta azione di individui che scagliavano fiaccole accese, dichiarando di essere a ciò “chiamati”… Dopo sei giorni il fuoco riprese al largo… con minore strage di gente, ma con vasta rovina di templi e di pubblici ritrovi. Poiché né interventi umanitari né largizioni né riti espiatori dileguavano la voce che indicava in Nerone il “Mandante”… denunciò come colpevoli… una genia odiosa per le sue nefandezze, che il volgo chiamava cristiani… Deleteria superstizione, soffocata da Pilato in Giudea… ora pullulava anche a Roma, dove si riversano tutte le atrocità e le vergogne. Furono arrestati cristiani pubblicamente professi e su loro denuncia altri, convinti non tanto del reato d’incendio quanto di odio verso l’umanità. Ma l’atrocità delle pene… pur suscitava pietà…(Tacito, Annali XV, 38-44)