L'altra campana

SHELA (pausa nel salmodiare)


L’USO DELLA MEMORIA     Sì, mi sono francamente rotto di tutta questa retorica conformista. E non credo di essere l’unico: mi piacerebbe sapere quanti sono a seguire gli stucchevoli omaggi televisivi d’obbligo all’olocausto. Non che io sia tentato di negarlo, essendo sempre, direi per nascita, dalla parte degli oppressi. Ma solo ebrei sono stati immolati ad Auschwitz? Perché non vengono celebrati i comunisti o presunti tali che vi sono finiti per non avere accettato il nazifascismo? Perché non servono più a nessuno.     Non sono certo i martiri a darmi fastidio,ma l’uso che ne fanno i boia e i loro complici, più o meno consapevoli, con una memoria strumentale. Nel nome della shoah è nato uno stato etnico, di ebrei, che ha martirizzato la fragile Nazione Palestinese; che continua tuttora a martirizzarla, negandone perfino l’esistenza, soffocandola e maciullandola nelle sue “riserve”, come gl’Indiani ai tempi del Far West.     La retorica della Memoria non è né curativa né educativa. Io so, anche per personale esperienza, che la cura naturale dell’orrore è l’oblio e che il culto della sua memoria educa soltanto al perpetuamento del rancore.  Si passi al culto della Pace, che vuol dire riconoscimento e rispetto dell’altro. E il nostro nuovo Presidente della Repubblica, chiunque sia, usi la sua memoria per andare in prima visita ufficiale a Ramallah, visto che anche Gerusalemme è sempre più colonizzata, in omaggio e in amicizia al Popolo Palestinese, il martire odierno del razzismo.