L'altra campana

fine APOCALISSE


 19. “Fossi matto...”risponde l’Eterno.“Cos’hai detto? Su, vieni, ch’è l’ora!”“No. Il mio regno ora so ch’è l’infernod’un pianeta in perenne malora.Tu, che agli uomini nulla svelasti,in me tu fugasti ogni dubbio, o Gesù:Dio nell’eden sarebbe un fregnoneche fa da lampione a quei quattro zulù...No, no! Lo Spirito detti a Giovanniche i santi aspettinoaltri mill’anni”.    20. “E il mio regno? E il castigo ferocedei pagani? E le nostre promesse?”“Tra le pene, là regna la croce.E negare non può chi concesse?Né di draghi e di barbari il fluttocastigo più brutto per gli empi saràdei fottuti che sputano il mestolivore sul resto dell’umanità”.E nel ribattereal Figlio un chiodo:“Dio, per esistere,non ha che un modo...     Sì, sono io che scrissiA padreterni figli crocifissi”. Poi anche la morte e gl’inferi furono gettati nello stagno di fuoco... e vi fu gettato chi non era scritto nel libro della vita. Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra... Colui che sedeva sul trono disse: “Ora tutto farò nuovo”... L’angelo mi trasportò nella città santa, la Gerusalemme che scendeva dal cielo... mura di diaspro e case d’oro puro... senza tempio, perché il Signore Dio Onnipotente è il suo tempio... è la sua luce... E un fiume d’acqua viva scaturiva dal trono...irrigando l’albero della vita dai dodici raccolti... Colui che attesta queste cose dice: “Ecco che arrivo”. Amen (Apocalisse 21-22).