L'altra campana

Itinerario autobiografico


IL CORAGGIO DI BIOTTOCon dedicaAi miei compagni di sventura prima parte:IL CORAGGIO DELLA RAGIONE 1. FU OTTAVIO…      E’ sentimento comune che la nostra esistenza sia determinata da una serie di circostanze che, in larghissima misura, sfuggono al nostro controllo. La fede religiosa le fa risalire a un supremo ordinatore; annaspando così senza uscita nel problema di un libero arbitrio che dev’esserci, per meritarti paradiso o inferno in sempiterno; ma è difficile capire come, se non cade foglia che Dio non voglia. Più umilmente il pensiero laico organizza le tue circostanze facendoti ruotare in una galassia di ambienti, che vanno da quello che ti ha prodotto a quello che ti eliminerà. E’ comunque una considerazione ovvia che tanti fatti  decidono da soli tutto il corso successivo della tua vita, non solo a prescindere dalla tua volontà, ma per lo più a tua insaputa.      Perfino nel rappresentarti quanto ti è successo  sei talmente condizionato che, chiedendoti dove saresti voluto nascere, finisci, il più delle volte, sia pure con tante riserve, con l’accettare proprio il luogo dove sei nato: ormai fa parte di te. Ma non per tua scelta. Non hai scelto né la razza, né il paese, né i genitori; tutti elementi di cui magari sei fiero, pur essendo essi, non tu, a determinare il tuo modo di essere e il tuo stesso esistere. Qualcuno ti ha dato un nome, altri previssuti un cognome. Esisti, senza averne fatto richiesta. E ti ritrovi battezzato o circonciso, con un tuo idioma e in una tua civiltà; ossia in una mentalità che altri ti hanno cucito addosso.      Così la mia vita mi appare oggettivamente come il risultato di un’azione corale: sono qualcosa che non ho mai voluto personalmente. Né questo mi dovrebbe sconcertare, ma consolare: se tanti non fossero vissuti per me prima di me, sarei un primitivo. Eppure, sarà perché delle circostanze che compongono il coro, oltre ad una cosa che chiamano Dio, oltre al mondo e oltre agli antenati, faccio parte anch’io, mentre tanti hanno la fortuna di  adagiarvisi felicemente, io non posso fare a meno di vedere la mia esistenza come una lotta continua contro la predestinazione delle circostanze. Sì, per cambiare anche solo un millesimo di quanto era già deciso, per esistere di mia volontà. Possibilmente senza stonare.