L'altra campana

TATA GIOVANNI - 7


   Non glielo dissi quando, passata una settimana, mi venne a trovare. Perché affliggere anche lei? E sono riuscito a non piangere mai, al momento del distacco. Ma la notte…      Dopo averci infilato sotto le lenzuola, la suora passava tra i letti:     “Guai a chi piange”. Ma quando spariva dietro il paravento, si cominciava a sentire un singhiozzo; e ne seguivano altri a catena.     “Sta’ attento, ché arriva la scuffia!” A volte infatti usciva di nuovo, andando dritta verso il piagnone:     “Se piangi ancora ti faccio cacciar via”.E a volte picchiava. Venne anche da me, qualche volta; ma non si accorse mai che anch’io avevo pianto, benché il mio cuscino fosse sempre bagnato; o fece finta di non accorgersi. Credo d’aver pianto in quel modo tutte le lacrime che mi era stato concesso di piangere nella mia vita; tanto che dopo quegli anni non fui più capace di piangerne altre. I dolori successivi furono sempre asciutti e rancorosi.     Anni tristissimi, quelli trascorsi a Tata Giovanni.     Ma non mi lamentavo, con la mamma, quando tornava, sempre più a lungo, e mi portava un’altra piccola scorta di viveri. Sapevo che se l’era tolta dai denti.     “Allora come sta il mio piccolo uomo?”     “Bene. Sto bene”.     “…E la scuola, è cominciata?” chiese alla sua prima visita.     “Non ancora”. Chiese il motivo alla suora, visto che in paese era iniziata. E le domandò se avevo pianto. Quella la rassicurò che ero un vero ometto. Anche Palmira la rassicurò. Né io le dissi che non l’avevo più vista, Palmira.     “La nostra scuola comincia più tardi, ma poi è tutta un’altra disciplina, rispetto al caos che c’è nella scuola statale.Vedrai, che progressi farà il nostro ometto!”     “Vi fanno mangiare?” Mi chiedeva quando restavamo soli.     “Sì. Non serve che porti i dolci. Anzi, è meglio che non li porti più”.     “Oh no! E perché?” Ci dovetti pensare su. Mi venne da parafrasare la scusa di suora Agnese:     “Sai, quelli che non ce l’hanno ci rimangono male”.     “E tu danne un po’ anche a loro. E’ importante che tu mangi, perché cresca forte e sano…”