L'altra campana

TATA GIOVANNI - 9


     Seppi dai compagni che nell’istituto c’era solo la scuola elementare, se scuola era e del tutto privata, e che tutti, dopo l’esame di licenza all’esterno, avremmo dovuto frequentare poi, nell’Istituto Statale Galvani di Testaccio, la Scuola di avviamento al lavoro. Non so se imposta dallo statuto o dai gestori dell’istituto, la nostra esclusione dalla scuola media (e quindi dagli studi superiori) non ammetteva eccezioni: i fanelli di Tata Giovanni erano “formati” per il lavoro, continuando ad essere benevolmente (non gratuitamente) ospitati dall’istituto anche durante l’apprendistato da“operai”; operai chiamavamo i “vecchi” che dal campo sportivo  rispondevano alle sassaiole degli scugnizzi baraccati nelle mura. Formati per il lavoro ci definiva il nostro inno senza mezzi termini:    Siam bimbi, siam giovani ardentipropensi a una vita operosa.Di Roma sui colli ridentici accoglie una casa maestosa.Per lungo trascorrere d’anni ci aduna il capace callare figli di Tata Giovanniserviamo la Patria e l’Altar. Canta nel nostro spirito la gioia del lavoro…Fremon sul nostro labarola croce e il tricolore…    …Nel nome soave d’Italia,di Cristo nel fido pensier,siam forti schierati a battaglia,soldati del Bello e del Ver.Canta nel nostro spiritola gioia del lavoro…     In altri termini:“Siamo figli di mignotta, / chiesa, esercito e pagnotta.Né mai ci puň saltare per la mente / di diventare classe dirigente”.