L'altra campana

IL NOVIZIO - 4


     Si mangiava. Ma la sofferenza era maggiore, nel silenzio e nel più assoluto isolamento, senza radio, senza notizie dal mondo e con un Maestro dei Novizi addosso che sembrava il fantasma di Torquemada. Quando non era con noi, lo vedevamo spiarci di dietro le persiane di una finestra o sentivamo all’improvviso il suo passo leggero dietro di noi.      Nel breve tempo che avevamo licenza di parlare, dovevamo parlare in latino. E guai a ridere per gli sfondoni. Anche negli anni successivi dello studentato sarebbe rimasto l’obbligo del latino, ma limitato al venerdì.       Qui ognuno di noi aveva una cella: letto, tavolo e inginocchiatoio; porte senza chiave, tutte sullo stesso corridoio; finestre che si affacciavano dietro il santuario. Lo stupendo panorama del lago potevamo solo intuirlo. L’ultima cella del corridoio era la camera del Padre Maestro, la prima il suo studio.       Ci svegliava in piena notte per la recita del mattutino, quale che fosse la stagione, il tintinnare di un campanello per il corridoio, accompagnato dalla voce del decano, che bussava a ogni cella: “Deo gratias”. E per assicurarlo di essere sveglio, ognuno doveva rispondere: “Semper”. Stesso rituale alle sei, quando ci si lavava e vestiva (o meglio: ci si vestiva e si andava a lavarsi ai gabinetti) e poi si scendeva in fila alla cappella interna, recitando l’Angelus domini. Imparammo non senza difficoltà a usare il Breviario, unico libro in dotazione, oltre la Regola, l’Imitazione di Cristo e il Wallestein. E la compagnia dei libri mi mancava più della gente.       A proposito di Wallestein, autore da noi ancora sconosciuto di una barbosa guida spirituale in uso, quando il Padre Maestro ci domandò se l’avevamo trovato tutti nella nostra cella, ci guardammo in faccia: “Che cos’è?” “Il vaso da notte”, sussurrò il malizioso lombardo Galbiati con una felice intuizione. E subito Pettoruto alzò la mano per denunciarne la mancanza. Così si vide recapitare un’altra copia del libro.      In seguito riuscii ad avere dal Padre Arrigoni, il nostro Maestro Spirituale, dopo lunga riflessione al riguardo della mia richiesta, qualcuno dei libri di psicologia che egli consultava; ma era roba da Edizioni Paoline.