L'altra campana

VENERABILIS BARBA - 5


 Restava il miracolo. Ma i tanti inventati e la logica suggerivano che solo chi riceva direttamente il miracolo avrebbe fede in chi l’ha fatto e non in chi lo racconta: ad ognuno di quelli ai quali dona la fede Dio dovrebbe regalare un miracolo per sorreggerla, anche per questione di giustizia. E poi, si desse pure il caso di assistere a un fatto straordinario, come accertare che si tratti di un intervento divino? “Ciò che la scienza non può spiegare è miracolo”: che baggianata! Anche la scienza è presa come sistema dogmatico assoluto ed esaustivo, anziché come processo di conoscenza che spiega relativamente, ma può arrivare domani dove non arriva oggi. Per san Tommaso era un miracolo da tutti constatabile l’eclissi. Proprio così: era scritto nella sua Summa Philosofica. Ed io mi leggevo quei mattoni.  Avevo bisogno di un miracolo. Ma vero e tutto mio. La mia lettera natalizia di quell’anno era permeata di poesia del focolare, mentre ometteva qualunque accenno al dio che si era fatto carne; era una storia che mi convinceva sempre meno; e non era neanche originale del cristianesimo: sia il Mistero di Mitra che quello dell’idumeo Dusares celebravano il 25 dicembre.  I miei studi mi portavano a scoprire come a un Dio onnipotente del Cielo, personificazione sublimata del Potere, assunto per dio nazionale non solo dagli Ebrei, fosse dato ovunque lo stesso nome in varie lingue: Geova, Giove, Zeus, Shiva, Deus,Tihu (dalla radice Dies, Giorno, Sole)… Oppresso poi da vari imperialismi e da ultimo dal colosso romano, il sentimento religioso affiancò al Dio del Cielo (il dio Potere) un Dio Terrestre, che era sceso dalle stelle e da uomo aveva patito atrocemente, per salvare con la sua passione gli adepti: il dio Dolente. Nel Deus Patiens si indiava la pena umana.  Mi diedi a una ricerca affannosa della documentazione relativa a quelle religioni soteriologiche, diffusissime, chiamate Misteri o Misteriosofie, che avevano preceduto e (non sia mai) determinato la nascita del cristianesimo, prestandogli il loro deus patiens. A quelle nuove religioni le iscrizioni mostravano affiliati la maggior parte degli stessi pretoriani.  Cercai in tutta la patristica dei primi secoli qualche notizia relativa alla loro dottrina. Mi fu evidente che il cristianesimo si era impegnato soltanto a farne sparire ogni vestigio, per nascondere la sua dipendenza da loro e poter polemizzare facilmente contro il politeismo di Omero o il primitivo feticismo (per poi fagocitare anche quello nello sfrenato culto delle reliquie).