L'altra campana

VENERABILIS BARBA -13


 Nel luglio del ’58 ci fu un fatto per me importante: partito fratel Capra, fui designato a succedergli come maestro della schola cantorum. Affidando l’armonium o il piano a Pacioni, io dirigevo i cori. Dovevo quindi prepararli, scegliendoli e avendo l’autorità di distrarre per questo i cantori dallo studio o dalla ricreazione. E già il 20luglio, allora festa di S. Girolamo Emiliani, diressi la prima messa polifonica… Avevo più tempo, avendo superato alla fine del triennio summa cum laude gli esami finali e la tesi de universa philosofia.  Al ritorno dalla breve vacanza a Ponzate, ricevetti da Vanda la fotografia della neonata. La piazzai sul mio banco, facendo adesso delle boccacce di Ottavia la mia finestra sul mondo perduto.  Tra l’esame di uno spartito e i primi (ed unici) tentativi di leggere qualche brano in russo, giunse, nell’ottobre piovoso del ’58, la notizia della morte vera (c’era stato un precedente tentativo di apoteosi) di papa Pacelli. Per lui i miei cantori impararono in pochi giorni una messa funebre a tre voci. Gli successe il patriarca di Venezia: la svolta dall’aristocratico reazionario che incoraggiava quel rigore religioso da Controriforma e aveva benedetto la fede nazista a Giovanni XXIII, quel papa Roncalli che, figlio di contadini, apriva la stagione del dialogo e dell’attenzione ai problemi sociali, cominciando con lo sbarazzarsi di parecchi nobili parassiti della corte pontificia. Avevo visto il futuro papa bergamasco nel santuario di Somasca e l’avevo conosciuto poi patriarca di Venezia nel corso di una visita al monumentale palazzo vescovile della Laguna, dove conversò bonariamente anche con me.  Cara mamma, devo fare il tema su Ugo Foscolo… L’altra notte è venuto un temporale che alla mattina ci ha fatto trovare tutti gli alberi con quattro foglie gialle penzolanti, scheletriti come una illusione del Foscolo… …Ti ho detto che non ci sono altre novità; ma mi dimenticavo di accennare al successo che ho riscosso come maestro di musica… … Pensa che a Casale mi hanno preso per un “ragazzo prodigio” e domandavano ai miei compagni quanti diplomi avessi… Sapevo di essere solo un dilettante della musica. Ma essa mi aveva sempre soccorso. E amavo tutta la musica, con preferenza, manco a dirlo, per la musica classica. Come sigla della schola, al posto del coro alpino Bombardano Cortina, bello musicalmente ma insulso nel testo, scelsi il giocoso Venerabilis barba capuccinorum, attribuito a Mozart ma forse del Pergolesi.