L'altra campana

MADONNA DELLA STRADA - 4


 Qualche giorno dopo aver ricevuto l’ultima lettera e i soldi della mamma (è strano, ma non ricordo quale fosse di preciso il più bel giorno della mia vita) seduto senza tonaca sul sedile posteriore del motorino di Padre Filippetto per scendere alla stazione ferroviaria di Trino Vercellese, salutai per l’ultima volta, non avendo potuto salutare i compagni, la madonnina bianca della chiesa di Camino. Splendano le stelle, spunti il sole o scenda già, nella sua nicchietta se ne sta. Bianca, sulla ruvida facciata, pare un fiore, sempre in atto tenero d’amore. Scivola la strada e svolta languida nel verde dove ogni cosa si perde. Madonna della strada, da quanti anni tu sei là, tra voci, preci e strepiti che il traffico ti dà! Un venticello raccoglie tutti i profumi dei fiori  e ti salutan le foglie laggiù dalla via: buongiorno, Maria.    Torna il vecchierello all’ombra amica. E tu sei là. Sgomma il ragazzotto. E tu: “Ma va’…!” Sola sulla strada che ogni cosa vede andare tu sei sempre ferma ad aspettare. A fissare il tempo d’una vita che fuggì, giovane e bella sei lì, Madonna della strada che da sempre sei lassù, immagine d’un sogno  di perenne gioventù. Te, che il sospiro fuggente fai diventar poesia, ora salutan le foglie ch’autunno raccoglie: buongiorno, Maria.