L'altra campana

L'AVVOCATO - 13


 Avevo sperato di riavere l’incarico d’insegnamento anche per l’anno scolastico ‘63-’64. Privata dell’autonomia, la scuola era stata agganciata come sezione staccata a quella di Palombara. Così Checco, persa la segreteria e rimasto disoccupato come me, mi aveva soffiato l’incarico annuale d’insegnamento nello spezzone di cattedra, avendone più titolo, con la laurea già acquisita. Raschiai il fondo di tutti i miei risparmi per pagare le ultime tasse. Avrei dovuto ripetere non so quale esame nella sessione di febbraio; quindi non potevo avere l’esonero, per il breve periodo fuori corso occorrente per quell’esame e per la tesi di laurea. E rimasi più disperato di prima, perché avevo fatto affidamento su quella piccola entrata. Le ripetizioni sporadiche che davo a Carla e a Pierluigi, figli della cugina Paolina di Alò e a qualche altro studente in paese mi davano giusto da fumare. Franco, per fortuna, aveva trovato un lavoretto che lo rendeva autosufficiente, ma alla periferia sud di Roma; solo l’arrivarci equivaleva a mezza giornata di lavoro. Ci provava, povero Franco, ma non potevamo sperare che vi reggesse a lungo.Mentre io avevo ancora nella stesura della tesi di laurea un ultimo pretesto di vita. Scelsi la via più facile: il diritto canonico (uno dei pochi trenta su trenta nel relativo esame). Il titolare della cattedra D’Avak mi affidò all’assistente don Salerno, un prete giovane e aperto, che mi fece assegnare una tesi sul colonialismo (il “problema degl’Indios nel pensiero del Vitoria”): un’altra orrenda pagina della storia ecclesiastica, che vedeva ancora il cristianesimo e le sue Chiese in primo piano, nel determinare la sorte degl’Indios; spogliati e schiavizzati nell’America latina, massacrati fino allo sterminio nell’America Settentrionale; unica pretesa giustificazione giuridica la loro civilizzazione attraverso l’evangelizzazione cristiana. La religione cristiana era concausa o pretesto dell’annientamento della loro civiltà e della loro stessa sopravvivenza? Fui tentato di fare qualche obiezione sul titolo della tesi: sembrava suggerire che il problema fossero gli Indios e non i conquistadores. Ma mi tenni le obiezioni per me: l’assegnazione di una tesi era già una concessione… Il Movimento Studentesco ottenne quell’anno l’istituzione del presalario per gli studenti bisognosi e meritevoli… a decorrere dall’anno accademico successivo. Prendilo in culo, il presalario, caro Biotto! Carpent tua poma nepotes… E’ stato sempre così: i frutti dell’albero non saranno colti da chi lo pianta.