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Post N° 2


la storia dell'interMILANO – Novantanove anni fa la notizia della nascita del Foot-Ball Club Internazionale Milano appare con due giorni di ritardo su un giornale milanese dell’epoca, “La Lombardia”. Poche righe che riassumono il “comunicato” firmato dai soci fondatori e scritto sul retro di un foglio di carta da lettera intestata a Umberto Muggiani, padre del pittore Giorgio, l’autore dello stemma. Nelle tante e importanti ricostruzioni storiche saranno poi evidenziati molti particolari oltre al luogo di fondazione, il ristorante Orologio, e alla durata della prima riunione (dalle 20 alle 23.30): la quota sociale fissata in 10 lire all’anno; la sede trasferita in poco tempo dal ristorante Commercio al Caffé Vergani; i calciatori che acquistano personalmente le scarpe e l’abbigliamento da gioco; il primo campo ai margini del Naviglio Grande, in Ripa Ticinese dove si arriva con il tram numero 19, dopo un lungo viaggio e con la necessità di recuperare i palloni finiti in acqua; le prime partite all’Arena dove l’inverno è duro da sopportare, perché gli spogliatoi sono stanzoni umidi e il terreno è ‘massacrato’ dagli altri avvenimenti sportivi in cartellone, come caroselli di cavalli e, raccontano le cronache, persino una battaglia navale fra scafi di legno e ferro con il fondo inondato.La storia dell’alba nerazzurra e del calcio italiano più in generale è passata di libro in libro, probabilmente di ricordo in ricordo. Così nascono le leggende. Come quella del primo asso dell’Inter, Hernst Xavier Marktl, svizzero di Estragen, classe 1887, ruolo difensore, un ragazzo con due baffetti da sparviero che, a 22 anni, sembra un distinto signore in giacca e cravatta: due presenze in Campionato , nelle prime gare ufficiali dei nostri 99 anni. Due sconfitte che precedono il primo, velocissimo scudetto: quello della stagione 1909-1910, quello del primo legame con una formazione vera: Campelli; Fronte, Zoller; Yenni, Fossati, Stebler; Capra, Peyer, Peterly, Aebi, Schuler. E’ un’Inter che segna molto (55 gol fatti) perché pratica un calcio d’attacco, che vince entrambi i derby di Campionato , che cattura l’attenzione dei primi tifosi con l’ardore di Fossati, le parate in presa di Campelli, l’eleganza di Aebi il primo oriundo (padre svizzero e mamma italiana), le reti di Peterly. Si scrive: “Grandi applausi salutano la vittoria dell’Internazionale F.C.”.E la storia continua.