Gesù è la via

Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Gv. 8:32)

 

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Continua a correre

Post n°39 pubblicato il 19 Novembre 2012 da vince45
Foto di vince45

Fil. 3:12-14

12 Non che io abbia già ottenuto il premio, o sia già arrivato al compimento, ma proseguo per poter afferrare il premio, poiché anche io sono stato afferrato da Cristo Gesù. 13 Fratelli non ritengo di aver già ottenuto il premio, ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, 14 proseguo il corso verso la metà, verso il premio della superna vocazione in Cristo Gesù.

Durante la nostra crescita spirituale sarà sicuramente successo a ognuno di noi di esserci sentiti soddisfatti per aver fatto qualcosa di buono o perché Dio ha risposto ad una nostra preghiera e per questo motivo ci siamo adagiati sugli allori. Ma è anche vero il contrario, ossia che tante volte siamo stati feriti o delusi da fratelli o sorelle e per questo abbiamo deciso di buttare al vento la nostra fede pensando che tanto tutti sono uguali e non valeva la pena affaticarsi per loro. Personalmente penso sia normalissimo essere soddisfatti se otteniamo dei risultati  o rimanerci male se restiamo feriti o delusi l'importante però non è focalizzarsi su una situazione momentanea ma è protendere lo sguardo avanti in vista del traguardo che è Cristo Gesù. Paolo considerava il cammino cristiano come un combattimento e come una corsa (2Tim 4:7), in entrambi i casi si presuppone uno sforzo fisico da parte dell'atleta ma avendo la mente centrata sulla vittoria  riescono a trovare quelle forze che normalmente non avrebbero.  Or allo stesso modo anche noi dobbiamo avere lo sguardi fisso a Cristo Gesù perché è lui il nostro traguardo e durante la nostra corsa sicuramente incontreremo degli ostacoli, delle difficoltà che tenteranno di rallentarci o addirittura di farci fermare e di vanificare quel poco di buono che avevamo fatto fino ad allora quindi il nostro deve essere un continuo correre verso il nostro obbiettivo che è rappresentato da Gesù dimenticandosi dei successi, dei fallimenti, delle ferite, delle delusioni e così alla fine, proprio come l'apostolo Paolo, anche noi potremmo dire:

"Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede" (2Tim 4:7)

 
 
 

Stacchiamo la spina

Post n°38 pubblicato il 14 Novembre 2012 da vince45
Foto di vince45

2Corinzi 4:5-10,15

5 Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore, e siamo vostri servi per amore di Gesù, 6 perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo. 7 Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l'eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi. 8 Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, 10 portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

15 Tutte queste cose infatti sono per voi, affinché la grazia, raggiungendo un numero sempre maggiore di persone, produca ringraziamento per abbondare alla

Se per un momento avessimo la possibilità di vedere dall'alto come funziona il "sistema mondo" ci accorgeremmo di quanto  i mass media riescano ad influenzare la nostra vita trasmettendo continuamente lo stesso tipo di messaggio che a volte può essere chiamato "il sogno americano" altre volte il cosiddetto "self made man - l'uomo che si è fatto da solo" e messaggi che  fanno leva sull'orgoglio umano e sulla prospettiva di raggiungere grandi imprese se un uomo crede nelle sue forze. Se però andiamo a leggere nella bibbia cosa ne pensa Dio in merito a questo comportamento ci renderemo conto che è un grande abominio agli occhi del Signore, infatti questa è una bugia creata da Satana per allontanare l'uomo da Dio facendogli credere che l'uomo da solo è capace di fare ciò che desidera se veramente lo vuole e se ci crede fortemente. In Geremia è scritto: «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal SIGNORE! (Ge. 17:5)

Questo inganno si è potuto insediare gradualmente nella società che ogni giorno è diventata sempre più egoista e mattone dopo mattone l'uomo si è creato una casa di paglia e fieno fondata sull'egocentrismo e sui propri desideri credendosi indipendente dalla volontà di Dio e soprattutto dalle conseguenze che possono succedere andando contro alla Parola di Dio. Se andiamo a rileggere cosa ha detto Paolo ai Corinzi, nei tempi in cui la fede cristiana si stava espandendo a macchia d'olio al di fuori di Israele, ci rendiamo conto che sia il soggetto che il messaggio che proclamava Paolo, apostolo di Dio, era esattamente l'opposto di quello che oggi si sente in tv.

Se oggi la nostra è diventata una società egoista, dove l'amore si sta raffreddando rapidamente è perché non poniamo dei limiti al nostro modo di vivere, ci lasciamo assuefare da programmi spazzatura, ci ripetono in continuazione che ciò che conta nella vita è il successo, i soldi, il vivere in abbondanza e permettiamo a questo messaggio di penetrare nella nostra mente e se non diciamo  basta, senza rendercene conto, piano piano ci allontaniamo da quello che è il cammino stretto che porta al regno dei cieli. Paolo invece non proclamava questo tipo di messaggio, non prometteva successo, non prometteva soldi, il suo messaggio era semplice e chiaro "Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore, e siamo vostri servi per amore di Gesù" . Paolo, in questi versi, ci teneva ad affermare un concetto importante ossia che l'uomo di per se non vale nulla e si paragona ad un vaso di terra, quello che conta invece è Dio nella sua gloria che si è manifestata a noi in Cristo Gesù e non gli importa di soffrire, non gli importa delle malattie, non gli importa della povertà, certo ne soffre, ma la sofferenza di un momento si tramuterà in gioia eterna, ciò che contava veramente per Paolo era il poter testimoniare di Gesù Cristo, morto e risorto, ed è per mezzo di lui che abbiamo pace con Dio. Ed ancora oggi noi dovremmo avere il suo stesso atteggiamento nei confronti dell'avversità, invece di riempire le nostre case di inutili cianfrusaglie e lamentarci di continuo se qualcosa non va come noi desideriamo, impariamo ad essere più umili, l'essere cristiani non vuol dire non avere i problemi e vivere tranquillamente, anzi è proprio il contrario, se la via è stretta vuol dire che è non è facile essere dei veri cristiani, non vuol dire non avere malattie, non avere problemi economici non essere mai tristi e senza preoccupazioni. L'essere cristiani è avere totale fiducia in Dio "L'Eterno è il mio pastore è nulla mi mancherà" (Sl. 23:1), ricordiamoci di queste promesse nei momenti di difficoltà; essere cristiani vuol dire che possiamo si essere afflitti, ma non saremo mai ridotti agli estremi; potremmo anche essere perplessi, ma non saremo mai disperati, possiamo pure essere perseguitati, ma non saremo mai abbandonati; potremmo anche essere abbattuti, ma non distrutti; e tutto questo accade affinché possiamo testimoniare a chi ci è vicino e che magari sta soffrendo, come e più di noi, che esiste un Dio che è più grande di noi, che conosce il nostro dolore e che, per amor nostro, non ha esitato a mandare suo figlio a morire affinché, per mezzo di Gesù avessimo pace con Dio e proprio in virtù di questo amore ci darà ogni cosa di cui abbiamo bisogno per poter crescere e meglio comprendere il suo amore e la sua essenza e trasmettere agli altri questo amore affinché possano ringraziare anche loro Dio.

 
 
 

Pietre viventi

Post n°37 pubblicato il 06 Novembre 2012 da vince45
Foto di vince45

 

Atti 19:1-7

1 Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, dopo aver attraversato le regioni superiori del paese, giunse a Efeso; e vi trovò alcuni discepoli, 2 ai quali disse: «Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?» Gli risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo Spirito Santo». 3 Egli disse loro: «Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?» Essi risposero: «Con il battesimo di Giovanni». 4 Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo di credere in colui che veniva dopo di lui, cioè, in Gesù». 5 Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù; 6 e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro ed essi parlavano in lingue e profetizzavano. 7 Erano in tutto circa dodici uomini.

Paolo, durante i suoi viaggi missionari stava semplicemente adempiendo al mandato del Signore Gesù “Andate, dunque e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt. 28:19). Paolo ad Efeso aveva trovato dei discepoli a cui però non era stato insegnato tutta la verità, e forse non conoscevano Gesù come figlio di Dio. Ora però quando Paolo parlò loro essi credettero e dopo che furono battezzati nel nome di Gesù ricevettero anche lo Spirito Santo.

 

Ora noi, così come Paolo, abbiamo il dovere di parlare di Gesù in ogni occasione favorevole e sfavorevole, lasciamo da parte le denominazioni, le chiese e quant’altro, Dio è Dio non è ne evangelico ne cattolico, quando si parla di Dio non si può racchiuderlo come se fosse una religione o una materia di università ma bisogna parlarne come egli è ossia il Dio vivente che si è rivelato a noi tramite le Sacre Scritture e non è rinchiuso in quattro mura ma la sua chiesa è formata da pietre viventi.

Tempo fa lessi da qualche parte che uno scultore riesce a vedere la sua opera finita ancor prima di aver dato la prima scappellata al marmo grezzo, Dio cosi vede ognuno di noi. All’inizio siamo delle pietre grezze, imperfette, che non sia adattano gli uni agli altri, poi attraverso il lavoro dello Spirito Santo veniamo modellati ed iniziamo a prendere il nostro posto nella chiesa di Cristo. Ma come lavora lo Spirito Santo? Attraverso la Parola, ma se una persona che non ha mai conosciuto la Parola come può iniziare il suo processo di modellamento se non c’è nessuno che gliene parli? Facciamo come Paolo, noi non abbiamo gli occhi di Dio, non possiamo sapere chi sono le pietre che formano la chiesa di Cristo, e proprio perché non le conosciamo abbiamo il dovere di parlarne a tutti e se crederanno vedremo grandi meraviglie proprio come quei fratelli di Efeso che dopo aver creduto lo Spirito Santo scese su di loro.

 

 
 
 

Impariamo ad essere umili

Post n°36 pubblicato il 02 Novembre 2012 da vince45
Foto di vince45

 

Atti 18:24-28

24 Or un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo eloquente e ferrato nelle scritture arrivo ad Efeso. 25 Costui era ammaestrato nella via del Signore e , fervente di Spirito, parlava e insegnava diligentemente le cose del Signore, ma conosceva soltanto il battesimo di Giovanni. 26 Ed egli incominciò a parlare francamente nella sinagoga. Ma quando Aquila e Priscilla l’udirono, lo presero con loro e gli esposero più a fondo la via di Dio. 27 Poi, volendo egli passare in Acacia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli che l’accogliessero. Giunto colà, egli fu di grande aiuto a coloro che avevo creduto mediante la grazia. 28 Egli infatti confutava con grande vigore i giudei pubblicamente, dimostrando per mezzo delle scritture che Gesù è il Cristo.

 

In questi versi ciò che risalta è l’umiltà di Apollo nell’ascoltare gli insegnamenti di Aquila e Priscilla perché nonostante fosse molto preparato nelle scritture il suo cuore non si è ingorgliosito  nella sua conoscenza, anzi si è dimotrato umile ascoltando ciò che altri avevano da dire, magari erano anche meno colti di lui ma che conoscevano le vie del Signore e sicuramente ciò che gli hanno spiegato l’avrà confrontato con ciò che è scritto nelle scritture, dimostrando così anche saggezza perché tutto ciò che ci è rivelato di Dio deve anche essere supportato dalle scritture. Anche noi, come Apollo, dobbiamo essere umili nel renderci conto che noi non siamo i depositari di tutta la verità e che ci sarà sempre qualcuno che ne saprà più di noi e che se vogliamo potrà insegnarci qualcosa. L’umiltà non  soltanto servire gli altri, come ha fatto Gesù, ma umiltà vuol dire anche essere pronti ad ascoltare ed accettare che su certi aspetti possiamo aver torto ed essere pronti a correggerci. L’umiltà è scendere di un gradino e mettersi allo stesso livello di chi si ha di fronte, non credersi superiore, Gesù stesso si è umiliato scendendo dal cielo per equipararsi a noi, insegnarci la strada che conduce a Dio e pagare il prezzo del nostro peccadi Dio in questo mondo ricoperto dalle tenebreto ed avendo adempiuto completamente alla volontà del Padre l’ha innalzato facendo ascendere in cielo (Fl. 2:9). In questo mondo dove il più forte è colui che mangia il più debole impariamo ad andare controcorrente amando invece il prossimo di qualunque razza ed estrazione sociale sia a tutti coloro che si definiscono cristiani dico: "ama il tuo prossimo come te stesso" chiunque esso sia se il tuo capo il tuo vicino e chiunque altro si accosti a te e facciamo risplendere la luce nelle scritture il suo cuore.

 

 

 

 
 
 

Il pil può misurare la nostra soddisfazione?

Post n°35 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da vince45
Foto di vince45

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”.

Robert Kennedy - Tratto dal discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University

 

Per quanto possa sembrare anacronistico alla maggior parte delle persone Gesù aveva gia predetto questo molti anni prima

 

Mt. 6:19 "Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano, ma fatevi tesori in cielo, dove nè tignola nè ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano nè rubano. Perchè dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.

 

Gesù intende dire che non dobbiamo accumulare ricchezze terrene perchè queste non danno ne la felicità ne la sicurezza, non ti proteggono dalle malattie nè dalla morte certamente possono aiutare a vivere meglio è vero ma non possono dare la felicità, non dobbiamo preoccuparci per il nostro domani perchè non ci appartiene. La pace non è avere un conto in banca sicuro, la pace non è essere sani fisicamente, la vera pace è avere Gesù nel cuore

 

Gv.14:27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

 

Per vivere una vita degna di essere vissuta devi solo amare Gesù, solo così riuscirai a trovare quella pace che stai cercando, non sono solo parole tirate al vento è la mia esperienza personale perchè anche io prima avevo bisogno di trovare quella pace che mi mancava nonostante avessi un lavoro sicuro, nessuna malattia e una famiglia felice, nel mio cuore mancava qualcosa non mi mancava nulla eppure mi sentivo insoddisfatto, poi finalmente ho conosciuto Gesù come realmente è ed il suo amore mi ha spalancato un mondo davanti a me e vorrei che anche tu che stai leggendo riuscisti a comprendere quell'amore che è anche per te devi solo crederlo e rivolgerti a Gesù.

 

Dio vi benedica

 
 
 
 
 

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Un blog di: vince45
Data di creazione: 12/07/2011
 

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