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Post N° 44


(...) Mentre Joaquin contava, spuntava e prendeva appunti sul suo quaderno, Eliza, sfruttando la sua capacitą di rendersi invisibile, riusci' ad osservarlo a suo piacimento. Aveva compiuto sedici anni due mesi prima ed era pronta per l'amore.Quando vide le mani dalle dita allungate macchiate d'inchiostro di joaquin Andieta e senti' la sua voce, profonda ma chiara e fresca come il gorgoglio di un fiume, impartire secchi ordini agli scaricatori, provo' una profondissima commozione, e l'incontenibile desiderio di avvicinarsi e sentirne l'odore l'obbligo' ad abbandonare il nascondiglio dietro le palme di un grande vaso.(...) Nel tendergli il bicchiere Eliza si avvicino' il piu' possibile, calcolando la direzione della brezza che le doveva restituire l'aroma di quell'uomo che, ormai era deciso, le apparteneva. A occhi socchiusi aspiro' il suo profumo di biancheria umida, di sapone a buon mercato, di sudore fresco.(...)Quei secondi furono talmente intensi che a Joaquin Andieta cadde il quaderno di mano, come se una forza incontenibile glielo avesse portato via, mentre il calore del rogo raggiungeva anche lui, bruciandolo di riflesso. Guardo' Eliza senza vederla, il viso della ragazza era uno specchio pallido in cui credette di intravedere la sua stessa immagine.Si fece appena una vaga idea delle dimensioni del suo corpo e dell'aureola scura della capigliatura; ma un'idea piu' precisa l'avrebbe avuta solamente al loro secondo incontro, qualche giorno piu' tardi, quando avrebbe potuto finalmente immergersi fino all'annullamento nei suoi occhi neri e nella grazia liquida dei suoi gesti.Si chinarono contemporaneamente per raccogliere il quaderno, le spalle si toccarono e il contenuto del bicchiere fini' sul vestito di lei.Isabel Allende, La Figlia della Fortuna.