Post n°50 pubblicato il 07 Aprile 2015 da amendolaginer
Martedì dopo Pasqua
Il Vangelo ci presenta oggi il racconto secondo Giovanni dell'apparizione di Gesù a Maria Maddalena.
Questa è descritta dagli evangelisti come la prima apparizione. Gesù sceglie una donna e sappiamo come erano considerate le donne a quei tempi, una donna, poi, peccatrice; certo convertita agli occhi di Dio, forse anche a quelli degli apostoli, ma non certamente per gli scribi e i farisei.
Prima riflessione: il Maestro continua a scegliere gli ultimi.
Maria Maddalena sta piangendo perché Gesù era scomparso. Un dolore manifestato con le lacrime. Dolore questa volta per una mancanza che la colpisce fisicamente: non lo può più vedere, toccare neppure da morto.
E' raccontato che aveva già pianto ai piedi di Gesù, perché era stata perdonata. Pianto per la sua vita precedente e pianto per gratitudine per il perdono ricevuto.
Secondo insegnamento: domandiamoci se siamo capaci di piangere, non necessariamente esternamente, ma nell'anima, se dovesse venirci a mancare il Signore.
Terza considerazione: Gesù vede il nostro pianto e in qualsiasi nostra afflizione viene sempre a consolarci. Sentiamolo che ci chiama per nome come fece con la Maddalena, per farsi sentire presente. Sentiamolo nell'anima: è al nostro fianco quando soffriamo. Magari piange con noi, prima di chiamarci e di farsi riconoscere.
Poi però -quarto punto- sentiamo che ci dà un suggerimento come ha fatto con la Maddalena. “Vai!” le disse. Andiamo a fare il bene, andiamo a far conoscere Gesù risorto e vivo attraverso la nostra presenza a coloro che ne hanno bisogno. Tutti hanno bisogno di Gesù e dobbiamo portarlo noi a chi è o era afflitto come noi. E' una medicina buona, dare per ricevere o dopo avere ricevuto.
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Post n°49 pubblicato il 07 Aprile 2015 da amendolaginer
Martedì dopo Pasqua
Il Vangelo ci presenta oggi il racconto secondo Giovanni dell'apparizione di Gesù a Maria Maddalena.
Questa è descritta dagli evangelisti come la prima apparizione. Gesù sceglie una donna e sappiamo come erano considerate le donne a quei tempi, una donna, poi, peccatrice; certo convertita agli occhi di Dio, forse anche a quelli degli apostoli, ma non certamente per gli scribi e i farisei.
Prima riflessione: il Maestro continua a scegliere gli ultimi.
Maria Maddalena sta piangendo perché Gesù era scomparso. Un dolore manifestato con le lacrime. Dolore questa volta per una mancanza che la colpisce fisicamente: non lo può più vedere, toccare neppure da morto.
E' raccontato che aveva già pianto ai piedi di Gesù, perché era stata perdonata. Pianto per la sua vita precedente e pianto per gratitudine per il perdono ricevuto.
Secondo insegnamento: domandiamoci se siamo capaci di piangere, non necessariamente esternamente, ma nell'anima, se dovesse venirci a mancare il Signore.
Terza considerazione: Gesù vede il nostro pianto e in qualsiasi nostra afflizione viene sempre a consolarci. Sentiamolo che ci chiama per nome come fece con la Maddalena, per farsi sentire presente. Sentiamolo nell'anima: è al nostro fianco quando soffriamo. Magari piange con noi, prima di chiamarci e di farsi riconoscere.
Poi però -quarto punto- sentiamo che ci dà un suggerimento come ha fatto con la Maddalena. “Vai!” le disse. Andiamo a fare il bene, andiamo a far conoscere Gesù risorto e vivo attraverso la nostra presenza a coloro che ne hanno bisogno. Tutti hanno bisogno di Gesù e dobbiamo portarlo noi a chi è o era afflitto come noi. E' una medicina buona, dare per ricevere o dopo avere ricevuto.
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Post n°47 pubblicato il 31 Marzo 2015 da amendolaginer
Sto preparando
Misteri dello strazio del cuore di Gesù
1° mistero – Gesù nel Getsemani resta solo a pregare
Gli apostoli dormono - Non avete potuto vegliare un'ora con me – Vegliate e pregate per non cadere in tentazione.
Sviluppiamo nei misteri, che chiamiamo dolorosi, le sofferenze dell'anima di Gesù.
Quelle fisiche ci sono presentate soprattutto dopo il primo mistero. Solo il primo ci offre chiaramente ciò che stava passando nella sua anima. Lo dice Lui stesso: “La mia anima è triste fino alla morte”.
La chiama tristezza e insieme morte. Una morte che conclude il suo itinerario doloroso. Ma il dolore dell'anima l'ha ferito più volte nella sua vita terrena. Il culmine avvenne l'ultimo giorno.
Attraverso i differenti momenti descritti dal Vangelo, entriamo nella sua anima.
Al Getsemani il dolore gli procurò anche un sudore di sangue. Soffrì prevedendo ciò che gli sarebbe capitato fino alla crocefissione.
Il primo dolore fu quello di trovarsi solo.
Aveva parlato durante l'Ultima Cena, ma non era stato ben capito.
Ora si avvia all'orto degli ulivi, dove aveva pregato altre volte con i suoi discepoli. Niente di speciale. Questa volta è descritta nei particolari.
Conosce la nostra debolezza e otto di essi lascia all'ingresso dell'orto. Tre invece invita a stargli vicino. Tutti si addormentano, anche i tre che aveva preparato facendoli assistere alla sua trasfigurazione ed alla risurrezione della figlia di Giairo.
Un incoraggiamento del quale sapeva ne avrebbero avuto bisogno assistendo al suo annientamento. Lì, li aveva fatti partecipare alla sua gloria ed alla sua potenza. Vedendolo in quelle condizioni e ricordando quei due avvenimenti non si sarebbero scoraggiati. Voleva che almeno loro tre, facendogli compagnia, pregando con Lui e partecipando alla sua umiliazione, avrebbero attinto e poi comunicato agli altri un esempio di vita, nelle condizioni della nostra umanità sofferente come Lui.
Per tre volte l'Onnipotente, il Figlio di Dio chiede condivisone, solidarietà. Elemosina compassione, incoraggiamento, anche solo una presenza silenziosa ma viva.. “Pregate con me!”. Resta solo.
Chiede per dare, per insegnare. Prende su di sé anche la nostra stanchezza, forse la noia. Capisce, ma rimprovera.
Apre i nostri occhi per farci vedere la tentazione dell'indifferenza sulle le necessità degli altri, sulla monotonia delle nostre preghiere, sul preferire di dormire per non essere coinvolti .
Tre volte per scuoterci. Il nostro cuore è freddo, solo la paura lo sveglia, ma ha il sopravvento la fuga.
Ci giustifichiamo: che possiamo fare? Meglio allontanarci, meglio non rischiare. E Gesù bagnato di sangue subisce le conseguenze della nostra debolezza. Va avanti Lui. Si presenta. Si offre. Il pianto, il sudore, il lamento di prima si cambiano in coraggio e difesa degli altri.
Solo, non ha finito di amare, anzi ora nel suo cuore entra una marea di gente legata, trascinata, violentata, che sta per fare la stessa sua fine. Gesù li vede. Sta al lori fianco. Si lascia legare e malmenare con loro. Sembra il trionfo di satana che si perpetua. No, non può perpetuarsi, è la preparazione al vero trionfo quello del bene. Gesù si fa vittima con le vittime di tutto il mondo per trascinarle al trionfo.
Io che faccio? Guardo solo come se fosse uno spettacolo televisivo? Uno spettacolo che non mi tocca, mi incuriosisce e alla fine anche mi stanca perché sempre lo stesso che si ripete ogni giorno? Sono tentato di cambiare canale
2° mistero – Gesù è tradito da Giuda e misconosciuto da Pietro
Fa' presto ciò che devi fare - Salve Maestro e lo baciò – Non ti tradirò mai – Prima che il gallo canti – Gesù lo guardò – pianse amaramente.
3° mistero – Gesù è condannato dai tribunali religiosi e civili
La verità è chiamata bestemmia – La verità dà fastidio alla vita comoda – Meglio la quiete che il coinvolgimento
4° mistero – Gesù è condannato dalla folla.
Ecco l'uomo! - Invidia? - Gelosia? - Il potere vacilla? - Meglio un malfattore che un uomo buono che fa scoprire i propri difetti.
5° mistero - Gesù sulla croce guarda la Madre.
Il dolore di Maria, ai piedi della croce, strazia il cuore di Gesù. Poche parole per gli altri. Incontro di sguardi - Silenzio
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Post n°46 pubblicato il 29 Marzo 2015 da amendolaginer
Dal Vangelo di oggi 13 aprile – lunedì della seconda settimana di PasquaGiovanni 3,1-8 Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui».
Nascere dallo Spirito o rinascere dall'alto, dopo essere rinati dall'acqua del battesimo, significa ogni giorno ricominciare a darci a Dio. Ogni giorno per noi dovrebbe essere come se fosse una vita nuova, un inizio di vita. S. Teresa direbbe ricominciare. Sì, perché le nostre debolezze ci trascinano sempre in basso. Il Signore ci rialza, ma dobbiamo farci rialzare scoprendo lo Spirito Santo in ogni avvenimento e persona pur non sapendo dove e come. Non dobbiamo troppo ragionarci sopra, ma affidarci allo Spirito che certamente opera e vuole farci operare secondo il suo progetto di amore.Tante cose oggi non le vediamo, tanto più non le possiamo capire.Chiediamo al Signore di farci vedere Lui, il suo Regno, dappertutto anche se nascosto.
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il 29/03/2014 alle 17:54
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il 01/12/2012 alle 15:12
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il 10/10/2012 alle 15:04
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il 20/09/2012 alle 09:25
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il 13/09/2011 alle 21:42