Qualche giorno fa ho visto "Il curioso caso di Benjamin Button" e l'ho trovato spendido.
Mi sono commossa dall'inizio alla fine, persino quando all'inizio si scopre l'orologio che funziona all'indietro perchè possa ritornare chi è stato perduto in guerra...Il personaggio di Benjamin è interpretato da un Brad Pitt soave, mai sopra le righe, come rassegnato al destino o forse consapevole che la sua esistenza è talmente eccezionale da dove accettare per forza tutto ciò che viene come un dono. Un bambino che nasce con l'aspetto di un vecchio e che per questo viene abbandonato dal suo vero padre, sconvolto per la morte della sua sposa e che trova riparo e cresce nel posto più assurdo e paradossalmente più giusto per lui, uno ospizio per vecchi. Qui impara qualcosa da ognuno degli anziani ospiti, e si abitua alle frequenti visite della morte e mentre tutti piano piano se ne vanno, lui ringiovanisce. La pacatezza di Benjamin si scontra con le inquetudini e le insoddisfazioni di chi ha una vita "normale" e non gli basta, ma anche con gli elementi naturali, tempeste, temporali e per sino il distruttivo uragano Katrina!Coglie in pieno il vecchio proverbio "Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse", ma con un'inevitabile destino segnato dalla solitudine che però secondo me è dentro di lui, è lui che la cerca... E poi c'è un aspetto interessante del film. L'accettazione del "diverso". A parte l'impatto iniziale con la vita, quando il padre sotto shock lo abbandona (ma poi tornerà a cercarlo), in seguito Benjamin viene accettato da tutti o meglio, nessuno sembra farsi alcuna domanda sulla sua particolare condizione. Deliziosamente surreale. Era un pezzo che non vedevo un bel film così.Non è stato molto considerato dai Mighty Ones degli oscar, e secondo me meritava di più. Soprattutto considerando che il super premiato The Millionaire di Denny Boyle è stato fatto sulla pelle della povera gente, che è tornata là dove era stata presa, in una realtà in cui anche l'improvviso successo può far del male...
