Amica Terra

Verba volant, scripta manent


Questa sera ho guardato la bella trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.Era una puntata speciale, avendo come ospite Roberto Saviano, l’autore del discusso Gomorra.
Non voglio fare riflessioni di chissà quale profondità, anche perché non ne sarei capace. Non sono mai stata né a Napoli, né nella bella Campania. Tuttavia voglio esprimere la mia solidarietà a questo ragazzo, che si trova a vivere la propria vita sotto scorta dei Carabinieri, soltanto per aver scritto un libro, cosa che trovo assurda. Ma è possibile che le parole scritte nero su bianco possano spaventare così tanto? E’ mai possibile che un’ organizzazione di criminali come la camorra possa temere un oggetto apparentemente innocuo come lo è un libro? Si vede di sì. Si vede che è vero che la penna ferisce più della spada. Certo, temono l’effetto diffusione di quel libro, che però non dipende da loro. Temono la diffusione dei loro segreti, e delle chiavi di lettura che evidentemente questo libro ha offerto, per capire i loro loschi affari, temono il fatto che i fatti loro siano usciti dai confini territoriali che loro possono controllare. Tuttavia, io li trovo prevalentemente stupidi. So che per loro una condanna a morte corrisponde ad un punizione che dia l’esempio agli altri. Ma continuo a considerarli patetici e stupidi. Perché ormai la palla non è più nelle mani dell’autore. Ormai il “gioco” è nelle mani di chi ha scelto e sceglierà di leggere quel libro, di chi ne parlerà, ormai non solo in Italia. Non possono interrompere l’effetto a catena, non possono bruciare tutte le copie del libro. Comunque sia la loro partita è già persa. Verba volant, scripta manent. Anche tra molti anni. Ho seguito con attenzione l’intervento di Saviano che ha parlato del modo con cui la carta stampata della Campania riporta le notizie di cronaca di camorra, solitamente ignorate dalla stampa nazionale, ha parlato delle vittime dimenticate, dei bambini testimoni del quotidiano orrore. Ma ciò che mi ha colpito di più è la sensazione di solitudine che mi ha trasmesso questo giovane e coraggioso scrittore. Che la solitudine sia una costante nella vita di chi vive, scegliendo di essere testimone della verità è un dato di fatto, ma questo non può consolare dall’amarezza. Spero che Saviano non resti mai veramente da solo ad affrontare tutto questo. Quello che si può fare è non dimenticarlo ed è bene che sia invitato a parlare anche in trasmissioni televisive come quella di Fazio. Tra l'altro, ho come avuto l'impressione che Fazio abbia organizzato una piccola festa, un occasione di svago, nella seconda parte della trasmissione, proprio per lui, il chè mi ha fatto molta tenerezza, immaginando che Saviano non possa permettersi nemmeno di fare una passeggiata per i fatti suoi, o prendere un caffè con un amico in un bar qualsiasi. A commento di questo piccolo post ho scelto una fotografia di Saviano, una delle poche nelle quali appare sorridente, augurandogli di poter tornare a vivere una vita piena, senza paura.