Un Blog in Rosa

Donne ristrutturate


DONNE, CHIRURGIA ESTETICA E BOTOX. SI FA CARRIERA ANCHE COSI'Lifting, trapianti e iniezioni non sembrano più un fatto di cui stupirsi. Sono ormai normalità, quasi un’esigenza per proporsi nel mondo del lavoro. Oggi le donne non possono essere solo capaci e preparate. Devono anche apparire giovani, belle, e, perché no, seducenti(02 Dicembre 2006 TN 42 Anno 4)di Ada Fichera Una guerra che ha fatto la storia e che continua a farla, ma ancora una lotta che ha di fronte un nemico difficilmente battibile: il tempo. Un “duello” eterno contro l’invecchiamento, il quale vede per lo più “sul campo” le donne.Donne non solo di spettacolo, ma anche donne in carriera, donne “normali” che non “vivono” “al di là del sipario”, ma per le quali il proprio “palcoscenico” è costituito dal proprio ufficio e al massimo dai locali “chic” dove converseranno durante qualche cena di lavoro.Il timore, spesso tramutatosi in terrore, dell’invecchiare sembra colpire molte più donne di quante si possa immaginare. Dunque, la tentazione del bisturi e del ricorso al chirurgo si manifesta sempre più erompente.Farsi e rifarsi, sistemarsi e ritoccarsi, un’abitudine che spesso può tramutarsi in una pericolosa mania senza fine.Ma cosa si nasconde dietro la scelta di usufruire delle tecniche “anti-invecchiamento”? Il non diventare invisibili! Almeno così dichiarano, al “Financial Times”, molte delle donne in carriera, per le quali il cancellare rughe e segni dell’età è diventato quasi un obbligo sociale.Già, un obbligo…Perché nel mondo del lavoro, soprattutto per chi ricopre o aspira a ruoli manageriali, l’immagine sembra essere tutto o “quasi…”.Lifting, trapianti e iniezioni non sembrano più un fatto di cui stupirsi, bensì sembra quasi un’esigenza per una donna che deve proporsi, e porsi, nel mondo del lavoro. Un ambito dove, purtroppo, si definiscono sempre più i tratti della donna che, oltre ad essere capace e preparata, deve anche apparire giovane e bella, e, perché no, attraente.La più brillante commentatrice europea di politiche e vite aziendali, Lucy Kellaway, ironica columnist di un giornale liberista, nota con tardivo sbalordimento la “botoxizzazione” della donna che lavora. Si tratta di quella “over 40”, spesso con incarichi dirigenziali e buon reddito; attualmente bisognosa di iniezioni periodiche di tossina botulinica “per non diventare invisibile”, cioè vecchia. Così racconta la Kellaway; sopraffatta dal crescente numero di amiche e conoscenti “botulinizzate confesse”, insospettita dalle foto di grandi aziende e dai reportage sulle donne di successo, in cui tali signore, immortalate dall’obiettivo, sembrano spesso più giovani della loro reale età.In pratica, un volto segnato dall’età può spesso pregiudicare i propri obiettivi. Ecco allora che, se ci fermiamo per un attimo a riflettere, possiamo notare come i motivi che spingono alla “corsa al botox” non sono più solo quelli futili di qualche anno fa, ma anzi sono sempre meno banali e, in realtà, è proprio questo che preoccupa.Ovviamente, la cura del corpo e del proprio aspetto è sinonimo di rispetto per se stessi ed anche per chi ci sta intorno; è uso lecito e gradito ed è inoltre proprio della donna, che è tale anche per questo. Il problema nasce invece dall’eccesso (che in qualsiasi caso è deprecabile) e dal giudicare e giudicarsi solo in base all’aspetto esteriore. Altro fattore, non meno importante, è quello costituito dai rischi e dalle conseguenze che comunque può comportare un intervento chirurgico o l’uso di una qualsiasi di queste “tecniche contro il tempo”. Infine, sorge spontanea una domanda: che il ricorso al chirurgo per evidenziare e migliorare la propria esteriorità, celi il vacillare di tutto il resto…?di Ada Fichera Fonte: www.teatronaturale.itGenova, 2 Dicembre 2006