Un Blog in Rosa

Il sesso made in URSS


Una volta conquistato il potere in Russia, i bolscevichi si attennero da subito con il dovuto rispetto alla questione sessuale e subito dopo la Rivoluzione d'ottobre all'interno della societa' sovietica il sesso veniva attivamente propagandato col risultato che, all'epoca, la maggior parte dei giovani perse la verginita' ancor prima di aver compiuto i 18 anni, mentre una buona meta' dei proletari sovietici frequentava le case pubbliche nelle quali quasi tutte le "dame di compagnia" erano infettate da malattie venerologiche.E solamente quando le conseguenze di tutto cio' raggiunsero proporzioni catastrofiche, il governo inizio' a prendere provvedimenti, sia mettendo il freno alla passione dei giovani del "Komsomol", che esortando il comune proletario sovietico ad astenersi dall'amore in vendita col consiglio di trovarsi un unica ragazza per tutta la vita.Nell'opuscolo del 1924 intitolato " La rivoluzione e la gioventu' ", vennero stampati i "12 comandamenti sessuali del proletariato rivoluzionario". Il nono ad esempio dice: "La scelta in campo sessuale deve avvenire sulla linea di una convenienza di classe proletario-rivoluzionaria. Nell'ambito dei rapporti amorosi non devono figurare elementi di flirt, corte, civetteria ed altre metodiche di speciale conquista sessuale". Ed ecco cosa diceva il dodicesimo comandamento: "La classe proletaria, negli interessi della Rivoluzione, ha il diritto di intromettersi nella vita sessuale dei suoi compagni; il diritto sessuale dovra' sottostare a quello di classe, non solo non essendo d'inciampo a quest'ultimo, bensi' essendogli servile in tutto".Col passare del tempo pero', in Unione Sovietica il sesso si trasformo' gradatamente in una sorta di tabu', a proposito del quale non si doveva ne' parlare ne' scrivere. Il sesso inteso come forma di soddisfazione personale veniva inteso solamente come un fenomeno antipopolare, per cui fecero la propria comparsa slogan del tipo: "Il proletariato, nel suo stadio di accumulazione socialista, rappresenta una classe parsimoniosa e non rientra nei suoi interessi far infiltrare l'energia creativa negli spiragli sessuali".Negli anni '30, al posto dell'istruzione sessuale, fece la propria comparsa l'educazione morale, capo ideologo della quale era il famoso pedagogo sovietico Anton Makarenko, il quale da parte sua si ostinava nel convincere il popolo che i minorenni sovietici non necessitavano di un'educazione sessuale intesa nel puro senso della parola e che i problemi di carattere sessuale nella natura sovietica non esistevano. "Nessuna discussione a proposito della questione sessuale con i bambini puo' aggiungere qualcosa alle conoscenze che anche senza di questo verranno col tempo. I misteri scoperti, anche il piu' recondito, rafforza la parte fisiologica dell'amore educandone non il sentimento sessuale bensi' la curiosita' sessuale, rendendola semplice ed accessibile", usava dire all'epoca Makarenko.Nel periodo che va dagli anni '30 agli anno '60, i cittadini sovietici venivano insistentemente persuasi a pensare che il sesso andava inteso solamente come mezzo di riproduzione e qualsiasi "variante" tra le lenzuola veniva considerata come un'atto di orribile perversione. E' assai presumibile che tutto cio' veniva fatto al preciso scopo di non esasperare la gente, dal momento che la stragrande maggioranza dei cittadini sovietici dell'epoca viveva in alloggi in comune, all'interno dei quali ad ogni famiglia spettava una sola stanza. E quale vita sessuale si poteva pensare se i giovani sposi dormivano per anni ed anni nella stessa stanza in cui dormivano i loro genitori?In Unione Sovietica libri di educazione sessuale non venivano praticamente stampati. A dire il vero pero', c'erano due soli opuscoli denominati "Pedagogia", stampati rispettivamente nel 1940 e nel 1948, nei quali veniva affrontata la questione sessuale. Il fatto e' che le biblioteche avevano il diritto di rilasciarlo solamente a determinate categorie di medici; ad esempio un ottico o un dentista in nessun caso avrebbero potuto entrarne in possesso.Nei libri di scuola sovietici di anatomia, non c'era una sola parola a proposito dell'atto sessuale e la gioventu' studiava persino il carattere di differenza tra i due sessi sull'esempio di conigli o di altri rappresentanti della fauna e della flora. Qualsiasi immagine di organi sessuali sia maschili che femminili veniva considerata pornografia.Solamente negli anni '70 fecero la loro comparsa nelle librerie sovietiche i primi libri di educazione sessuale, anche se va detto che oggigiorno i ragazzini e le ragazzine della Russia contemporanea li leggono al posto delle barzellette! Citiamo alcune affermazioni contenutevi: "L'astinenza sessuale fino a 25-30 anni non solo non e' dannosa ma, al contrario, assai benefica, mentre essa e' indispensabile nel periodo che va dai 18 ai 26 anni, prima del matrimonio". La seconda "perla" recita cosi': "Non si raccomanda di ripetere l'effettuazione di un atto sessuale anche in caso di desiderio e possibilita' di eseguirlo".Nella maggior parte dei libri dedicati alla gioventu', la questione sessuale veniva elegantemente tralasciata da parte. Gli autori di tali opere infatti era soliti descrivere in maniera devota i rapporti di semplice amicizia fra due ragazzini di sesso diverso, per poi, senza ulteriori preludi, passare subito alla fase che prevedeva la conoscenza dei rispettivi genitori, l'organizzazione della cerimonia nunziale e al mantenimento in vita del matrimonio con cio' che segue: " Care giovani mogli, fate attenzione a come vi presentate a volte agli occhi dei vostri mariti: il grembiule che indossate andava lavato una settimana fa". Inoltre, sui muri di molte citta' e villaggi sovietici stavano appesi manifesti che recitavano: "Moglie, ricorda: buone condizioni di vita in casa equivalgono al successo di tuo marito al lavoro". Ne emerge che il grembiule pulito e un buon pasto rappresentavano le condizioni basilari della vita intima sovietica.Anche le discussioni sul sesso con i propri genitori erano nient'altro che un'utopia e ai bambini sovietici ottenere informazioni su "quella cosa" riusciva a prezzo di sforzi indicibili. Ecco a proposito come ricordano la loro conoscenza con il lato intimo della vita alcuni minorenni degli anni '50 e '60:Elena, 52 anni: "Quando avevo 9 anni, una mia amica mi racconto' di aver rubato a sua madre un libro proibito e che me l'avrebbe fatto leggere solo in cantina, dove insieme, alla luce di una torcia tascabile abbiamo fatto la conoscenza del libro intitolato "Ostetricia e ginecologia"...Yurij, 48 anni: "Quando frequentavo la seconda un amico mi ha raccontato cosa fanno i suoi genitori per mettere al mondo un bambino. Io con lui ci ho persino litigato dal momento che ero sconvolto da tale fantasia perversa. E la cosa che mi sconvolgeva piu' di tutte era come fosse possibile che dopo una cosa del genere continuassero a dialogare fra loro come se niente fosse".Viktoria, 55 anni: "Una volta, all'eta' di 12 anni, ho sentito come mia madre al telefono cercava di tranquillizzare una sua amica alla vigilia delle nozze: 'Non ti preoccupare, andra' tutto bene...'. Ed io ho subito pensato all'orrore rappresentato dalla prima notte di matrimonio...".Nonostante tutte le proibizioni sessuali di quel periodo, va pero' detto che la vita sessuale in Unione Sovietica era decisamente sviluppata. Infatti, nel ranking mondiale per quantitativo di aborti, il paese dei Soviet occupava stabilmente il primo posto!Fonte: http://italia.pravda.ruGenova, 05 Dicembre 2006