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Discorso sul fumetto nostrano e la politica


Discorso sul fumetto nostrano e la politica12 Novembre 2013Di I. NappiniIntervengo su una questione sollecitata dagli amici, in particolare Franco Allegri mi ha chiesto un parere sui reportage a FUMETTI che fuori dall'Italia hanno un loro proprio spazio politico e di denuncia sociale.In misura minore in Italia e in misura maggiore in altri paesi il fumetto è un veicolo di reportage a sfondo sociale e di cronaca e anche di politica.I lettori de "l'Internazionale" spesso trovano i reportage a fumetti, di solito forestieri, nelle pagine interne della rivista, non è un caso.Il fumetto impegnato non è la satira all’italiana spesso legata a questo o a quel partito e quindi avvolta nell'ideologia o nell'interesse di parte in modo esplicito e dichiarato e senza concreti approfondimenti e spesso con canovacci surreali o grotteschi.Il fumetto è un media della civiltà industriale al pari del cinema o della televisione.Esso si presta bene all'uso della denuncia sociale e politica perchè ha costi di produzione e di realizzazione inferiori a quelli del cinema o della televisione dove, tanto per dirne una, occorre affittare i teatri di posa e spendere soldi per gli specialisti.Il fumetto ha i suoi costi, ovviamente e le sue regole di produzione e distribuzione.Tuttavia è possibile per case editrici di fumetti spesso poco note al vasto pubblico presentare anche in Italia fumetti impegnati politicamente.Un esempio del genere è dato dalle Edizioni “Il Becco Giallo”.(http://main.beccogiallo.net/)Segnalo inoltre un libro che spiega bene i limiti dell’esperienza nostrana e i punti di forza dei pionieri del fumetto-reportage in Italia : “Federico Vergari, Politicomics, Raccontare e fare politica attraverso i fumetti, Tunuè, 2008, Cisterna di Latina”.