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La profezia di Brandano


La profezia di Brandano06 settembre 2014Di F. AllegriOggi faccio un pezzo molto particolare con un intento che sarebbe sottointenso se non lo mettessi in premessa.La pace è un tema perdente perché ha bisogno di forte spiritualità e questa serve di più della mobilitazione, anche quando questa è in buona fede (non lo è stata sempre).Credo che il peggioramento della guerra in Ucraina meriti uno scritto di pace, simpatico e apparentemente dedicato ad altro …. Apparentemente.Si chiamava Bartolomeo Garrosi, visse tra la Toscana e il Lazio tra la fine del ‘400 e il 1554 quando morì a Siena.Era un mistico e un profeta che viveva di elemosine, possedeva solo un teschio e ossa varie che donava anche ai cardinali o a chi riteneva degno di tali doni, vestiva prevalentemente di stracci rossi.Nelle campagne è ancora ricordato con il soprannome di Brandano o del “Beato” Brandano, il folle di Cristo.La sua leggenda va oltre la Val d’Orcia e la Val di Chiana, arriva fino al Val d’Arno inferiore e al Montalbano.In vita, previde il sacco di Roma, la caduta di Siena e la morte di papa Clemente VII.Resta una profezia da avverare, questa: “Quando le carrozze viaggeranno senza cavalli, quando le donne porteranno la cresta come i galli, quando le macchie saranno giardini, sarà un vivere da assassini”. Il tempo predetto da Brandano sembra proprio quello contemporaneo!Da un secolo le carrozze viaggiano senza cavalli, le donne hanno acconciature impresentabili (qualche cantante travestito arriva a mostrare barbe da vichingo) e poi c’è il discorso delle macchie viste come giardini …… si può pensare a parchi protetti e alle tante speculazioni che ci sono intorno.Dopo aver verificato, superficialmente, le tre condizioni poste da Brandano, resta da trattare il tema del vivere da assassini.Il secolo passato, con le sue guerre terribili, è stato sicuramente un tempo da assassini come lo fu l’epoca che visse Brindano, specie se si pensa alle prime guerre davvero sanguinose della storia che cominciarono allora e si sono centuplicate il secolo scorso.Anche non viviamo anni di guerra e non ci rendiamo conto che tali conflitti sono collaterali alla nostra crisi economica e al fatto che i popoli occidentali non hanno coscienza dell’imperialismo che cresce e scatena rivalità con e tra le potenze secondarie, anche loro in ascesa.Questo viene prima della perdita dei costumi tradizionali e della crisi dei valori.Anzi dopo guerre tanto terribili cosa ci si poteva aspettare?C’è da fare un discorso sul sessantotto, lo troverete nelle pagine della commedia il Maestro che pubblicherò nelle prossime settimane.Brandano le indovinò tutte, ma può averne sbagliata una.Non ci si può rassegnare al vivere un tempo da assassini, la risposta contraria c’è, è quella dell’impegno civile.